Vado Ligure – La sera del 29 gennaio, come annunciato, sono state ammainate le bandiere Bombardier e canadesi dallo storico stabilimento di costruzione di materiale rotabile, Bombardier Transportation Italy, con sede a Vado Ligure comune compreso nell’area di crisi industriale complessa del savonese.
Ad acquisire il settore di costruzione di materiale rotabile della canadese Bombardier è la francese Alstom.
In questi giorni la carta stampata sia a livello nazionale che a livello locale ha snocciolato le cifre dell’accordo. Il Sole 24 Ore indica un fatturato pari 15,7 miliardi di euro ed un portafoglio ordini di 71,1 miliardi di euro, che farebbero di Alstom il secondo costruttore mondiale in campo ferroviario, dopo il colosso del capitalismo di stato cinese CRRC (China Railway Rolling Stock Corporation) che ha registrato, nel 2019, un fatturato pari a 29,5 miliardi di euro, quasi il doppio della concorrente francese.
Bisogna quindi domandarsi se Alstom dopo essersi impegnata in un operazione finanziaria del valore 8,4 miliardi di dollari (Reuters 16 settembre 2020), per acquisire a livello mondiale il settore ferroviario di Bombardier, avrà ancora la forza di poter disporre di ulteriori capitali da investire per sviluppare i prodotti da contrapporre sia ai concorrenti cinesi di CRRC, che agli altri come Hitachi Rail o Siemens Rail. Concorrenti di Alstom con basi finanziarie ben più solide.
Siemens Rail è parte del colosso tedesco Siemens, che con 97,397 miliardi di dollari di fatturato si colloca al 74° posto di FORTUNE 500 Global (la classifica delle 500 più importanti multinazionali a livello globale), Hitachi Rail è il settore ferroviario del gruppo giapponese Hitachi che con 80,639 miliardi di dollari di fatturato occupa il 106° posto, mentre CRRC con 34,704 miliardi di dollari di fatturato risulta alla 361° posizione. Alstom con i suoi parametri finanziari non risulta presente nella prestigiosa classifica FORTUNE 500 Global.
È chiaro che se la base finanziaria di Alstom non sarà tale da poter competere a livello globale con i suoi principali concorrenti, i primi a rimetterci saranno i lavoratori con esuberi di personale, dismissioni e vendita di siti produttivi.
Tornando a Vado Ligure le insegne e le bandiere Bombardier sono già state rimosse, da buona parte delle aree esterne dello stabilimento, ma ad oggi non si vedono ancora i nuovi vessilli dell’Alstom.
Troverebbero quindi conferma le voci che nell’ambiente ferroviario vorrebbero una dismissione dello stabilimento di Vado Ligure lasciando orfana la provincia di Savona dell’ennesimo insediamento industriale gestito da una grande multinazionale?
Ricordiamo che, il sito produttivo ex Bombardier di Vado Ligure dopo un periodo di carenza di carichi di lavoro, ma non di profitti, iniziato nel 2016, ha subito prima una riduzione di personale di 104 lavoratori (2016) e poi la cessione dell’ingegneria (giugno 2019). Contestualmente al passaggio di proprietà dell’ingegneria ad una società Segula Technologies Italia, Bombardier ha acquisito remunerative commesse pubbliche di treni ad alta velocità Frecciarossa 1000.
Gestione del sito produttivo di Vado Ligure che pare aver risposto più che altro a scelte finanziarie tese a massimizzare gli utili nel breve periodo, a scapito degli investimenti su nuovi prodotti, perseguita dall’allora amministratore delegato Luigi Corradi, che dal 18 dicembre 2020, dopo una prima battuta d’arresto (LEGGI), ha assunto la stessa carica in Trenitalia, avendo lasciato Bombardier nell’agosto del 2019.
Quali progetti avrà ora la nuova proprietà Alstom per il sito produttivo vadese privato dell’ufficio che si doveva occupare della ricerca e sviluppo dei nuovi rotabili, in un periodo in cui il mercato ferroviario presenta notevoli prospettive di sviluppo, anche in conseguenza dei finanziamenti del NextGenerationEU per uscire dalla crisi economica generata dalla pandemia secolare?
Dei sindacati savonesi si è persa ogni traccia. Ad oggi non si conoscerebbe ancora l’esito dell’incontro con i parlamentari del territorio savonese del 29 gennaio 2021 per sollecitare il Governo alla risoluzione delle crisi industriali delle principali aziende della provincia quali Piaggio, LaerH, Alstom ex Bombardier (Vado Ligure), Sanac (Vado Ligure), Funivie e Italiana Coke.
La CGIL savonese presente in maggioranza in diverse rappresentanze sindacali delle citate aziende, visto il drammatico momento che potenzialmente può riguardare la tenuta occupazionale della provincia una volta scadute le misure emergenziali, pensa ad un allegra campagna per contrastare la chiusura temporanea del punto nascite dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Probabilmente trattasi di una riorganizzazione dei reparti a causa dell’emergenza sanitaria, di cui è necessario avere assicurazione del ritorno alla situazione precedente un volta terminato il periodo emergenziale.
Per la sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano (ex PD ora passata con la destra di Toti) la salubre città da lei amministrata avrebbe addirittura superato lo status di area di crisi industriale complessa del savonese.
Ci chiediamo se la rampante sindaco sia in grado di indicare il saldo occupazionale del comune da lei amministrato negli ultimi dieci anni.
L’assessore regionale alle attività produttive Andrea Benveduti (Lega di Salvini) pare utilizzare a fini propagandistici ed elettorali lo stato di incertezza che riguarda i lavoratori dello stabilimento Alstom? – ex Bombardier di Vado Ligure. Ricordiamo che i lavoratori dello stabilimento Alstom? – ex Bombardier di Vado Ligure da oltre un anno aspettano un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per discutere gli avanzamenti della vertenza, anche in considerazione delle ingenti e redditizie commesse pubbliche sull’alta velocità assegnate in questi mesi. L’ultimo tavolo ministeriale risale al 26 novembre 2019, con il proposito di convocare il tavolo per successivi aggiornamenti (LEGGI). Di cosa si sono occupati in questi mesi i citati esponenti sindacali e politici per favorire questo incontro e quelli delle altre aziende savonesi in crisi per cui è aperto un tavolo al MISE?
Per quanto riguarda i sindacati, i lavoratori ad oggi non sono ancora riusciti bene a capirlo.
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