Bombardier – Nuove prospettive dall’alta velocità?

Freccia rossa

Vado Ligure – Dopo i recenti eventi meteorologici del 23 e 24 novembre che hanno colpito il nord ovest ed in particolare la provincia di Savona, la crisi industriale complessa del savonese, per alcuni settori, come ad esempio il comparto del carbone, rischia di trasformarsi in una vera e propria depressione.

Depressione anche favorita da classi dirigenti ed (im)prenditoriali cialtrone che non hanno saputo neppure fare gli interessi generali della propria categoria. Il susseguirsi dei cedimenti della rete infrastrutturale a causa della scarsa manutenzione e di adeguati controlli, è l’esempio migliore di come la sete di profitti nel breve periodo di pochi gruppi (im)prenditoriali stia danneggiando l’intera categoria e l’economia nazionale. Il breve orizzonte temporale a cui guardano le classi dirigenti nostrane si riflette anche nella mancanza di progettualità ed investimenti per adeguarsi ai nuovi scenari di mercato.

Nella crisi generalizzata del savonese la crisi meno spiegabile, come già più volte si è evidenziato, è quella della Bombardier, la storica azienda produttrice di materiale rotabile con sito produttivo a Vado Ligure, comune inserito nell’area di crisi industriale complessa del savonese.

Lo scorso martedì 26 novembre si è tenuto l’ennesimo incontro al Ministero dello sviluppo economico per discutere dell’annosa vertenza che interessa il sito produttivo Bombardier di Vado Ligure dall’estate del 2016, quando venne dato corso ad una prima mobilità incentivata per 104 lavoratori a seguito della perdita di una commessa per dei treni regionali, a cui è seguita la cessione degli uffici di ingegneria nel giugno 2019.

Se la prima mobilità per 104 lavoratori del 2016 poteva trovare una qualche spiegazione nella perdita della commessa per i treni regionali, la cessione dell’ingegneria del 2019 è meno spiegabile visto che Bombardier poco prima di iniziare questa cessione, ha acquisito delle commesse pubbliche nell’ambito del piano industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane presentato nel maggio 2019. Ad oggi nessuno ha saputo ancora spiegare come Bombardier possa svolgere le attività di progettazione delle commesse acquisite avendo ceduto l’ufficio tecnico. Chissà se le organizzazioni sindacali metalmeccaniche savonesi, nell’interesse dei lavoratori che dovrebbero rappresentare, avranno posto questa domanda al tavolo ministeriale.

Al momento della pubblicazione dell’articolo, sul sito istituzionale del Ministero dello sviluppo economico non risulterebbe ancora disponibile il verbale dell’incontro del 26 novembre.

Da quanto è si è potuto apprendere dalle fonti sindacali e giornalistiche per Bombardier sarebbero, al momento, esclusi ulteriori esuberi nonostante nei primi mesi del 2020 sia previsto uno scarico di lavoro.

Nel comunicato stampa di rito della Fiom-CGIL savonese (LEGGI) non sarebbe però riscontrabile un cronoprogramma con indicati gli obiettivi e le scadenze che i rappresentanti dei lavoratori intendono darsi e le eventuali azioni da intraprendere nel caso che gli obiettivi e le scadenze non venissero rispettate.

Un primo obiettivo potrebbe essere quello di ottenere un accordo di programma per il sito produttivo Bombardier di Vado Ligure, dove in presenza di carichi di lavoro venga salvaguardata l’occupazione e si evitino spezzatini.

La segreteria Fiom Cgil di Savona pare essere delusa dalla scarsa incisività delle azioni esercitate dalla politica su questa vertenza. “Non ci seve un semplice osservatore degli avvenimenti bensì un soggetto in grado di incidere esercitando qualcosa di più di una semplice ‘moral suasion’ sui processi decisionali” è uno dei passaggi che si possono ritrovare nel comunicato stampa di rito. Forse i metalmeccanici savonesi prima di ricercare incisività da parte di soggetti terzi, dovrebbero pensare alla loro scarsa incisività nell’affrontare le vertenze, visto che loro per primi, inspiegabilmente, hanno sempre allentato la tensione prima di aver raggiunto qualche obiettivo come più volte si è fatto notare.

Se i lavoratori non sono interessati in prima persona a risolvere le proprie vertenze, quale interesse potrà avere la politica nel risolverle?

Se il lavoratore salariato perde il lavoro e non riesce più a pagare il mutuo, la banca, nella migliore delle ipotesi, mette all’asta la sua prima casa. Il politico medio per acquistare la sua prima o seconda villa fuori città il mutuo se lo fa pagare, anche a sua insaputa, da qualche amico imprenditore o finanziere che magari sovvenziona la sua fondazione, associazione culturale o scuola di politica. Ma se l’imprenditore o il finanziere che finanzia la fondazione, l’associazione culturale o la scuola di politica avesse un qualche interesse affinché una vertenza prendesse una certa direzione piuttosto che un’atra, perché riguarda un sua azienda o quella di un concorrente, e lo stesso politico a cui fa capo la fondazione sedesse anche al tavolo ministeriale di crisi, quale garanzia potrebbero avere i lavoratori che le decisioni prese siano nel loro interesse, se le organizzazioni sindacali si affidano ai voleri della politica?

Non è poi raro che il politico trombato alle elezioni venga assunto in qualche ministero o partecipata pubblica, per il lavoratore la cui vertenza non avesse trovato una soluzione positiva si può prospettare la disoccupazione al limite la NASPI o il reddito di cittadinanza. Affidarsi alla politica, quando gli interessi non sono convergenti, sarà la strategia vincente?

Il consenso nella politica in alcune consultazioni elettorali è anche al di sotto del 50% ed ormai il partito che prende più voti in assoluto è l’astensione.

Per il Secolo XIX del 28-11-2019 i vertici europei ed italiani di Bombardier durante l’incontro ministeriale hanno messo sul tavolo alcuni investimenti che confermano l’interesse per Vado Ligure, come il rafforzamento del ramo manutenzioni e l’adattamento del sito produttivo per la costruzione di tram e veicoli fino a 200km/h.

Traxx DC3

Tra gli ordini già acquisiti vi sarebbero 19 locomotive Traxx DC3 di cui 10 dirottate dallo stabilimento tedesco di Kassel e 9 provenienti da nuove acquisizioni di ordini ed altre possibili 12-15 unità.

Nell’ambito del piano industriale presentato dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane vi sarebbe un’opzione di ulteriori 20 locomotive Traxx DC3 oltre ai 14 treni ad altra velocità Frecciarossa 1000 già acquisiti in consorzio con Hitachi Rail.

L’alta velocità offre notevoli prospettive visto che Trenitalia ha di recente vinto una gara per alcuni collegamenti ad alta velocità in Spagna (LEGGI). Di questa opportunità per l’operatore pubblico italiano, oggi trasformatasi in realtà, ne avevamo già dato notizia nel precedente articolo del 13 maggio (LEGGI). In questo contesto, Trenitalia entrerebbe a far parte di un consorzio per il trasporto passeggeri a cui parteciperebbe con il treno Zefiro/Frecciarossa 1000 prodotto da Bombardier ed Hitachi Rail (El Espanol 8 maggio 2019). Analoga apertura ad operatori stranieri è prevista dal primo gennaio 2020 anche per la rete ferroviaria francese, come avevamo già riportato in un precedente articolo (LEGGI).

Ci domandiamo un’altra volta, se nell’ambito della commessa dei 14 Frecciarossa 1000, che sarà realizzata negli stabilimenti italiani di Bombardier ed Hitachi Rail, il sito produttivo Bombardier di Vado Ligure si stia attrezzando per produrre i carrelli del treno o altre parti di pari valore. Essendo il treno costituito da 8 carrozze (LEGGI) ci saranno da realizzare 224 carrelli, oltre ai ricambi, che ricordiamo erano già stati realizzati nello stabilimento di Vado Ligure, per la precedente commessa. (Il sole 24 Ore 19 settembre 2013).

Con tutte queste opportunità, alcune delle quali già trasformatesi in commesse, ci auguriamo che i sindacati metalmeccanici Savonesi si sappiano assumere una volta tanto le proprie responsabilità senza demandarle pilatescamente ad altri, in fondo all’apertura della stagione balneare 2020 mancano ancora diversi mesi.

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