Bombardier – Ritardo dopo ritardo

Vado Ligure – Nonostante le numerose opportunità fornite dal mercato ferroviario italiano ed agli ordini già acquisiti, per il sito produttivo di Vado Ligure di Bombardier attivo nella produzione di materiale rotabile dai primi anni del Novecento, non sembra ancora essersi trovata una soluzione alla lunga vertenza perdurante dal luglio 2016.

Dopo Piaggio Aerospace, Bombardier è l’altra importante realtà in “crisi” del settore manifatturiero della Provincia di Savona, area di crisi industriale complessa. Il piano di rilancio dell’area di crisi industriale complessa al momento avrebbe portato ben magri risultati, secondo il Secolo XIX del 25 ottobre 2019 a fronte delle ottimistiche previsioni di 449 nuovi posti di lavoro, ad oggi, passati tre anni, ne sarebbero stati creati la misera cifra di 61. Area di crisi industriale complessa che è servita più che altro da sfondo agli annunci delle classi dirigenti cialtrone locali, passando dalle passerelle elettorali per l’elezione del sindaco di Savona, ai proclami roboanti del sindaco di Vado Ligure, Monica Giuliano (area PD), anche in veste di (ex) Presidente della Provincia.

Bombardier in occasione del comitato aziendale europeo (EWC) avrebbe comunicato alle organizzazioni sindacali che nell’ambito di un ennesimo piano europeo di esuberi all’Italia ne toccherebbero altri ventuno. A seguito di questo annuncio, non poteva mancare l’ennesimo comunicato stampa di rito delle organizzazioni sindacali savonesi.

Il sito produttivo di Bombardier di Vado Ligure, tra una prima mobilità per 104 lavoratori nel 2016, la cessione dell’ingegneria nel corso del 2109 e le fuoriuscite per le incerte prospettive occupazionali, secondo fonti sindacali, avrebbe perso circa 200 lavoratori (LEGGI).

Notiamo però che dai report finanziari che periodicamente il gruppo Bombardier fornisce agli azionisti, dal 2014 la forza lavoro del settore ferroviario di Bombardier sarebbe, a livello globale, aumentata.

Forza lavoro settore ferroviario di Bombardier (Fonte Bombardier Inc.)

A livello europeo, la forza lavoro di Bombardier, tenuto conto delle percentuali del precedente grafico ha riportato l’andamento indicato seguente tabella, con una diminuzione di circa 1000 unità tra il 2014 ed il 2018, pari al 3,8% sul 2014.

 

Al 31-12-2018 il totale dei dipendenti italiani di Bombardier era pari a 732, il 2,9% sul totale europeo, mentre al 31-12-2016 il numero di dipendenti era pari a 786 il 3,3% sul totale europeo (elaborazione Centro Studi Uomini Liberi su dati Camera di Commercio e Bombardier Inc.).

Se, negli ultimi anni, la filiale italiana di Bombardier ha perso 200 dipendenti a causa di tutte le varie fuoriuscite, volontarie o meno, ciò equivarrebbe ad oltre il 25% della sua forza lavoro. In proporzione, i lavoratori italiani sarebbero stati colpiti da tagli occupazionali di otto volte superiori rispetto alla media europea.

Nella tabella che segue sono riportati gli utili della filiale italiana di Bombardier per gli anni 2017 e 2018 rapportati al numero di dipendenti.

A livello globale gli utili del settore ferroviario di Bombardier risultano quelli indicati nella seguente tabella:

La redditività dei lavoratori italiani per gli anni presi a riferimento, tenuto anche conto del cambio euro/dollaro, risulterebbe almeno dalle 3 alle 4 volte superiore rispetto alla media globale dei lavoratori del settore ferroviario di Bombardier.

Sembrerebbe quindi che i lavoratori italiani di Bombardier oltre a generare maggiore redditività per gli azionisti, che nulla fanno per intascarsi quegli utili, siano anche gli unici a pagare per tutti in termini occupazionali all’occorrenza delle varie ristrutturazioni di Bombardier.

Ci domandiamo cosa capiscano le organizzazioni sindacali savonesi ed i rappresentanti sindacali del sito di Vado Ligure di Bombardier, quando prendono parte ai comitati aziendali europei e se siano gli unici rappresentanti dei lavoratori a farsi regolarmente gabbare ormai da anni.

Ricordiamo sempre che la presentazione lo scorso maggio del piano industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha assegnato a Bombardier Transportation Italy la realizzazione di 14 Frecciarossa 1000 in collaborazione con Hitachi Rail Italy (ex Ansaldo Breda), commessa del valore di 575milioni di euro che sarà realizzata negli stabilimenti italiani delle due società ed ulteriori locomotive merci Traxx DC3.

Traxx DC3

Da non dimenticare anche i 7 treni per trasporto passeggeri (valore della commessa 65,8milioni di €) aggiudicati lo scorso maggio, dalla Provincia di Bolzano alla filiale italiana della multinazionale canadese (LEGGI), oltre all’estensione di questa commessa per ulteriori possibili 25 treni e fino a 30 anni di servizi di manutenzione del parco (LEGGI).

Lo Stato italiano tramite le sue controllate affida a Bombardier commesse pubbliche redditizie e Bombardier scarica le proprie inefficienze sulla collettività, richiedendo ammortizzatori sociali e nonostante le decine/centinaia di milioni di utili e le agevolazioni concesse al comune di Vado Ligure nell’ambito della procedura per l’area di crisi complessa, non fa investimenti per rilanciare il sito produttivo.

L’incontro al Ministero dello sviluppo economico dello scorso 6 giugno per discutere della vertenza si era chiuso con la richiesta del Vice Capo di Gabinetto, ing. Giorgio Sorial (5 Stelle), di portare delle risposte nel prossimo incontro per rassicurare i lavoratori e per avere una prospettiva sul futuro di Bombardier in Italia, invitando inoltre la Società a non assumere alcuna iniziativa fintantoché non saranno fornire le risposte idonee a garantire la ripresa completa dell’attività produttiva ed il mantenimento del livello occupazionale.

A fronte delle richieste pervenute dal Ministero dello Sviluppo economico, delle commesse già assegnate dai clienti istituzionali e di tutte queste evidenti contraddizioni cosa stanno facendo i tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi per cercare di contrastare il declino del sito di Vado Ligure e le azioni unilaterali intraprese dal gruppo Bombardier?

Inoltre lavoratori di Bombardier, lo scorso giugno, avevano scioperato per i ritardi accumulati dalla procedura per l’ottenimento di alcuni benefici previdenziali per l’esposizione all’amianto nelle industrie ferroviarie (LEGGI), tali benefici potrebbero mandare in pensione alcuni lavoratori più anziani, andando a diminuire o ad azzerare il numero di eventuali esuberi, ci domandiamo a che punto sia questa procedura e quali provvedimenti intendono prendere le organizzazioni sindacali metalmeccaniche savonesi per favorirne la conclusione.

Dell’incontro al Ministero dello sviluppo economico che si doveva tenere nel mese di luglio (2019) al momento non si hanno tracce e si è nuovamente allentata la tensione prima di ottenere le risposte dovute, come abbiamo evidenziato, l’ultima volta, nell’articolo “La convocazione al MISE tarda ancora”.

Notiamo che a pochi chilometri di distanza, mentre vengono annunciate delle ristrutturazioni si dimostra in modo chiaro il disappunto dei lavoratori.

Neanche a dirlo, i metalmeccanici savonesi sono invece già proiettati alla prossima stagione (balneare).

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