Piaggio e Bombardier – Promesse già dimenticate

I dati economici della provincia di Savona presentano ormai da tempo più ombre che luci, il settore turistico che dovrebbe essere trainante, nel periodo gennaio-aprile del 2019 segna un calo del 2,57% delle presenze (numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi) rispetto allo stesso periodo del 2018. L’aumento invece dell’ 1,09% degli arrivi (numero dei clienti ospitati negli esercizi ricettivi), seppur positivo, è evidenza del fatto che si ha a che fare comunque con turismo mordi e fuggi poco più che giornaliero (LEGGI). I dati dell’osservatorio turistico regionale evidenziano inoltre un calo delle presenze degli stranieri, anche questo sintomo di un’offerta turistica di bassa qualità. Trattasi delle statistiche dei mesi invernali, nell’auspicio che essendo il turismo savonese perlopiù balneare e di seconde case, i mesi estivi possano invertire la tendenza nelle classifiche complessive dell’anno. Comunque, tutto ciò conferma che il solo turismo, soprattutto se di bassa qualità, legato agli andamenti meteo climatici ed alla sola stagione estiva è difficile che possa costituire una fonte di reddito sicura per un’ampia platea di lavoratori.

Se il turismo non brilla, anche l’iter di avanzamento per l’assegnazione dei fondi governativi per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa del savonese, dopo tre anni dall’inizio, non sembra essere ancora concluso a causa della complessità della burocrazia (La Stampa 8 giugno 2019). Ricordiamo che la procedura dell’area di crisi complessa ebbe inizio il 31 maggio 2016 sullo sfondo delle crisi di Piaggio Aerospace, Bombardier Transportation e Tirreno Power, quando le tre aziende scioperarono congiuntamente,con tanto di passerella elettorale per l’elezione del sindaco di Savona.

Gli impianti a carbone di Tirreno Power sono stati definitivamente chiusi, mentre le crisi di Piaggio Aerospace e Bombardier Transportation, al momento, non vedono ancora soluzione, mentre altri segnali di crisi sembrerebbero profilarsi dalla filiera del carbone comprendente Italiana Coke, Funivie e Terminal Alti fondali.

In questi giorni la vertenza della Piaggio Aerospace torna di attualità con notizie sempre contrastanti. Dopo l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria del 3 dicembre 2018, al momento quello che è certo è la cassa integrazione per 504 dipendenti a partire dal 2 maggio 2019. Cassa integrazione che potrà interessare potenzialmente un numero massimo di 1.021 lavoratori al momento della firma del decreto per la concessione avvenuta il 10 giugno 2010 (LEGGI). Se da un lato l’autorizzazione di questa nuova iniezione di ammortizzatori sociali, dovrebbe garantire per Piaggio la continuità aziendale e di reddito per i lavoratori fino al prossimo 2 dicembre 2019, dall’altro lato l’iter per l’area di crisi complessa del savonese sembra sempre più caratterizzarsi con l’erogazione di strumenti assistenziali, senza una reale progettualità per superare lo stato di crisi. Ciò è evidenziato dal fatto che al 13 giugno l’entità di lavoratori di Piaggio interessata dalla cassa integrazione è già salita a 527 unità con l’aumento dei reparti in sofferenza di carichi di lavoro.

Queste notizie contrastano evidentemente con quanto emerso durante l’incontro al Ministero dello sviluppo economico del 24 aprile 2019 presieduto dal Vice Capo Gabinetto Giorgio Sorial (5 Stelle) e dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa (5 Stelle) a cui hanno partecipato il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (Forza Italia) e l’Assessore alle Politiche dell’Occupazione Giovanni Berrino (Fratelli d’Italia), oltre a diversi sindaci.

Sorial – Crippa – Toti

Nell’incontro il Commissario Straordinario di Piaggio, Vincenzo Nicastro, ha confermato infine che, una volta finalizzate le attività che dovrebbero offrire prospettive industriali ed occupazionali concrete all’azienda nel breve ma anche nel medio e lungo periodo (ordine di 10 nuovi P180 e ordine dei retrofit di 19 dei P180 istituzionali attualmente in flotta),si procederà al riassorbimento graduale di 100 unità tra operai e tecnici e, nei mesi immediatamente successivi, di ulteriori 200 unità (nell’ordine di 100 al mese), fino ad arrivare al riassorbimento delle 300 unità attualmente sospese in Cassa Integrazione. Inoltre, la realizzazione del contratto relativo al P1HH, consentirà di avere copertura per l’intera popolazione dell’Ingegneria di Piaggio Aero Industries (circa 150 ingegneri). Tutto ciò con l’obiettivo del graduale riassorbimento dell’intera platea dei lavoratori in Cassa Integrazione, in funzione delle varie fasi di riattivazione della produzione (LEGGI).

Il Sottosegretario Crippa ha inoltre ringraziato le parti sociali per aver gestito un periodo non facile per la vita dell’azienda. In poche parole, ciò si potrebbe tradurre che i lavoratori sono stati sapientemente anestetizzati con fiumi di parole, qualità per cui i tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi sono maestri.

Se dai 504 lavoratori inizialmente in cassa integrazione a partire dal 2 maggio, si è passati ai 527 del 13 giugno, evidentemente quanto previsto nell’incontro al MISE del 24 Aprile e ribadito durante la visita elettorale tenuta, il 17 maggio, dal vicepremier, Ministro dello sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio (5 Stelle) agli stabilimenti di Piaggio e Bombardier fatica a decollare.

Ciò troverebbe conferma nelle parole del segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro. «Il governo doveva fare i primi stanziamenti entro il 15 giugno, ma oggi è il 13 e nulla ancora è successo. L’azienda ci ha detto che questi numeri di cassa valgono fino al 31 luglio e poi potrebbero salire». Inoltre Per Manganaro «rischiamo di essere di fronte all’ennesima presa in giro dopo la passerella elettorale del ministro Di Maio a Villanova d’Albenga e questo significa che presto saremo di nuovo a lottare per evitare il fallimento di Piaggio» (Il Secolo XIX 13 Giugno 2019)

Salvini  – Benveduti

Anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti (Lega di Salvini) dopo l’annuncio dell’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione lancia un campanello di allarme per Piaggio, ma ricordiamo che solamente due giorni prima delle elezioni del 26 maggio, lasciava presagire un certo ottimismo per le vertenze di Piaggio e Bombardier (LEGGI).

Ci si augura che l’invito per il 20 giugno al MISE non sia l’ennesima inconcludente passerella.

Anche gli atti parlamentari pendenti su Piaggio a cui sarebbe delegato a rispondere il MISE guidato dal vicepremier Luigi Di Maio risultano, ad oggi, ancora inevasi. Si rammentano ad esempio l’interrogazioni a risposta scritta 4/00968 del 04/12/2018, o l’interrogazione a risposta orale 3-00375 del 07/12/2018 presentata dalla finalese on. avv. Cristina Rossello (Forza Italia)

Luigi Di Maio in visita agli stabilimenti di Bombardier e Piaggio il 17-05-2019

Ugualmente la vertenza di Bombardier Transportation Italy, lo storico stabilimento di costruzione di materiale rotabile di Vado Ligure, non sembra fare sostanziali passi in avanti, in un continuo stato di incertezza in totale contraddizione con la presentazione del piano industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italianedello scorso 10 maggio 2019 (LEGGI).

Mentre su Piaggio pesa un debito di oltre 620 milioni per cui in qualche modo può essere spiegato lo stato di crisi, la filiale italiana della multinazionale canadese Bombardier con sede a Vado Ligure, dall’estate 2016 in crisi di commesse, ma con i bilanci in utile fino a fine 2017, il nuovo piano industriale delle ferrovie dovrebbe garantire il rilancio della produzione, come più volte evidenziato in numerosi articoli (LEGGI).

In considerazione della buona volontà dei clienti istituzionali a fornire carichi di lavoro a Bombardier per salvaguardare l’occupazione dello stabilimento di Vado Ligure, è un qualcosa di inaudito ed uno sgarbo verso le istituzioni che Bombardier, in occasione dell’incontro al MISE del 6 giugno, non sia stata in grado di presentare un piano industriale oltre a non voler congelare la cessione dell’ingegneria. Cessione dell’ingegneria che rischia di essere un licenziamento mascherato in mancanza di adeguate garanzie o accordi di programma in sede istituzionale, soprattutto se la società cessionaria non presentasse parametri economici, contrattuali ed occupazionali equivalenti a quelli della cedente, anche su questo punto ci riserviamo successive verifiche ed aggiornamenti.

I sindacati metalmeccanici savonesi visto il nulla di fatto per Bombardier hanno nuovamente annunciato otto ore di sciopero, per quando al momento non è dato saperlo (LEGGI). Iniziative comunque sempre tardive e contradditorie. Otto ore di sciopero che non saranno certo quelle di venerdì 14 giugno 2019, in quanto trattasi di uno sciopero generale di categoria già annunciato già da diverso tempo (LEGGI).

Stessa sorte per gli atti parlamentari pendenti su Bombardier a cui dovrebbero rispondere i ministeri del pluriministro Luigi Di Maio. L’interrogazione a risposta in commissione 5-02102 della ligure on. Raffaella Paita (PD) presentata il 10/05/2019 risulta in corso, come l’interrogazione a risposta scritta  4-01735, sugli incentivi previdenziali per l’amianto, presentata il 30/05/2019 dal senatore del ponente savonese Paolo Ripamonti (Lega di Salvini).

Se per la politica parlamentare, costantemente coinvolta da inchieste sul malaffare o in perenne propaganda fatta sulle spalle dei più deboli, gli impegni presi in campagna elettorale, soprattutto quelli verso i lavoratori, vengono presto dimenticati, siamo sicuri che a ricordarglieli ci penseranno con premurosa solerzia le tranquille organizzazioni sindacali metalmeccaniche savonesi.

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