Sulle pagine locali della Stampa di martedì 28 giugno le varie categorie imprenditoriali della Provincia di Savona lanciano l’ennesimo allarme sulla tenuta del tessuto produttivo della provincia, facendo appello ai parlamentari del territorio ed alla Regione per ottenere misure per contenere i rincari delle materie prime e dell’energia.
E’ ormai da qualche tempo che il padronato lancia appelli al limite dell’assistenzialismo, il cui scopo è probabile sia quello di socializzare le proprie inefficienze per continuare a garantirsi qualche profitto. E’ comunque un dato di fatto che il sistema capitalista non sia in grado di autoregolarsi e di produrre benessere generalizzato per lunghi periodi, visto che i maggiori guadagni speculativi di alcune categorie finnaziarie e produttive si riperquotono a danno di altri settori economici. Chi ne fa sempre le spese sono i pensionati ed i lavoratori salariati, con i sindacati e la politica pronti ad anestetizzarli.
Come riportavamo nel precedente articolo Industrie che perdono gli specialisti gli industriali savonesi si lamentano della mancanza di tecnici specializzati, non disdegnando di strizzare l’occhio a qualche movimento politico conciliante che si adoperi per appoggiare l’ennesima norma di sgravi fiscali per neo assunti o stagisti, con l’intenzione di trovare personale qualificato a basso costo.
Anche i maggiori economisti non hanno le idee troppo chiare su come superare questo periodo di crisi. Secondo Carlo Cottarelli «i salari vanno sostenuti, ma aumentarli può peggiorare la situazione. Gli interventi del governo devono essere concentrati dove ce n’è più bisogno». Almeno Cottarelli pensa che vi debba essere una qualche redistribuzione, magari a partire da quelle categorie che durante la crisi pandemica hanno registrato sovra profitti. Riguardo al fatto che l’inflazione possa generare malcontenti, Cottarelli non pensa che ciò possa avvenire nell’immediato infatti «le persone sono poco sensibili all’aumento dell’inflazione, impiegano tempo a rendersene conto. Se si annunciasse loro un taglio dello stipendio dell’8% avremmo le piazze piene, non c’è dubbio. Tutti ricordano il prelievo di Amato sui conti correnti e la polemica che ne seguì. Era dello 0.6%: l’inflazione all’8% equivale a una patrimoniale molto più importante. Eppure nessuno reagisce. In economia si chiama illusione monetaria. La gente pensa di avere soldi. Ma, appunto, s’illude».(La Stampa 2 luglio 2022)
Tornando alla nostra provincia, sono già diversi anni che i lavoratori di Piaggio, Sanac e Funivie, tanto per citare i casi più rappresentativi delle vertenze savonesi in atto, vengono illusi da politica e sindacati, con conseguente perdita di potere d’acquisto e diritti, il consenso sempre decrescente verso la politica ed il sindacato ne sono l’evidenza.
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