Alstom ex Bombardier – Serve maggiore chiarezza per il sito di Vado Ligure

Vado Ligure – Lo scorso 23 settembre le organizzazioni sindacali savonesi hanno incontrato i vertici di Alstom per la presentazione del piano strategico per il sito di Vado Ligure (LEGGI). Tra le possibilità di sviluppo illustrate, la produzione delle power car per i treni ad idrogeno per il mercato europeo, nell’ottica della transizione ecologica, dovrebbe rappresentare la svolta per valorizzare le professionalità presenti nel sito.

Lo stabilimento di produzione di materiale rotabile di Vado Ligure, fino al gennaio 2021, ha ruotato nell’orbita della canadese Bombardier, a cui è subentrato il costruttore francese Alstom, che ha acquisito, a livello globale, Bombardier Transportation, la divisione ferroviaria della holding di partecipazioni industriali Bombardier Inc.

Le prospettive presentate da Alstom per il sito di Vado Ligure, sembrerebbero fornire quelle possibilità di sviluppo che negli ultimi anni il management di Bombardier non è più riuscito ad assicurare, avendo perseguito strategie di corto respiro tese a massimizzare il fatturato e gli utili a scapito dell’occupazione e degli investimenti. Nonostante parametri finanziari di tutto rispetto, la produttività della filiale italiana dalle tre alle quattro volte la media del gruppo (LEGGI), ed il mercato ferroviario in espansione, per le notevoli risorse pubbliche stanziate per ammodernare le flotte di treni regionali ed ad alta velocità, la sede italiana di Bombardier Transportation è venuta inspiegabilmente a trovarsi in una singolare “crisi”.

Strategie miopi di fatto non contrastate dagli opportunisti sindacati metalmeccanici savonesi che ad altisonanti comunicati stampa di denuncia, non facevano seguire i fatti. Ad uno sciopero con corteo con mezza corsia occupata, se le risposte dovute non pervenivano nei tempi prestabiliti, per mesi non si avevano altre azioni di mobilitazione. Questo metodo inconcludente di condurre le vertenze, soprattutto nel comparto metalmeccanico, perdura dal 2014, per raggiungere vette assolute a partire dalla seconda metà del 2016 e proseguire a tutt’oggi.

Secondo quanto riportato nel comunicato stampa sindacale, il settore ferroviario sarà interessato da notevoli risorse che verranno stanziate dall’Unione Europea tramite il programma Next Generation EU (NGEU), di cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza(PNNR) rappresenta il braccio operativo italiano.

Oltretutto, l’Italia è la prima beneficiaria, in termini assoluti, di questi fondi europei che dovrebbero traghettare l’economia dell’Unione fuori dalla crisi causata dalla pandemia di Covid-19. Di questi fondi quasi 24miliardi di euro verranno dedicati alle energie rinnovabili, idrogeno, mobilità sostenibile, mentre 25miliardi saranno riservati al potenziamento del trasporto ferroviario.

Visto che per il sito produttivo di Vado Ligure è aperto, da anni, un tavolo di trattativa presso il Ministero dello Sviluppo Economico, che attende di essere aggiornato dal 26 novembre 2019, sarebbe auspicabile ed opportuno che il piano strategico di investimenti per lo sviluppo del sito, fosse condiviso in sede istituzionale tramite un accordo di programma, sottoscritto dalle varie parti interessate, vista la natura pubblica di una porzione dei fondi che verranno impiegati. Ciò anche in considerazione del fatto che il comune di Vado Ligure rientra nel programma dell’area di crisi industriale complessa del savonese, per cui sono già stati erogati cospicui fondi pubblici finiti, per la maggior parte, in ammortizzatori sociali.

Ci domandiamo se i tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi saranno in grado di agire secondo questa direzione, a tutela degli interessi dei lavoratori che dovrebbero rappresentare o proseguiranno nelle inconcludenti strette di mano del politico di turno alla ricerca di visibilità, che utilizza il tema del lavoro a fini propagandistici ed elettorali.

Esterno dello stabilimento Alstom dopo l’11 settembre 2021

Inoltre, ci interroghiamo nuovamente sul motivo per cui, dopo la visita elettorale dello scorso 11 settembre del numero due della Lega di Salvini nonché ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, le insegne dell’Unione Europea e della nuova proprietà Alstom, presenti all’ingresso dello stabilimento fino al 10 settembre, non siano ancora state riposizionate sul muro di confine con l’adiacente via Tecnomasio, rendendo il sito produttivo di fatto ANONIMO.

Questo fatto risulterebbe abbastanza grave vista la natura europea dei fondi che verranno stanziati e di cui beneficerà prevedibilmente anche Vado Ligure.

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