Area di crisi complessa – Parole parole

Lo scorso 27 maggio i sindacati confederali hanno tenuto un presidio dinnanzi alla Prefettura di Savona per riportare l’attenzione sui temi della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Con la ripresa delle attività produttive dopo i vari lock down che hanno caratterizzato il 2020 e parte del 2021, sono aumentati anche gli incidenti sui luoghi di lavoro.

La precarietà e la parcellizzazione del lavoro, i cui i massimi ribassi negli appalti le agevolano, di certo non favoriscono un ambiente di lavoro sicuro. È chiaro che una piccola azienda poco strutturata o al limite formata da un artigiano con qualche apprendista, difficilmente sarà in grado di sostenere le spese per l’acquisto dei necessari dispositivi di protezione individuale o dei corsi per la sicurezza sui luoghi di lavoro per formare adeguatamente il personale.

Al contrario, la maggiore organizzazione aziendale che caratterizza le realtà produttive di medie e grandi dimensioni, dovrebbe costituire un fattore maggiormente a favore della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Per tali motivi, classi dirigenti e sindacali all’altezza dei loro compiti dovrebbero incentivare politiche che sostengano l’insediamento e gli investimenti da parte dei gruppi industriali di maggiori dimensioni o meglio non farli scappare dalla nostra provincia.

Come noto, diverse imprese di medie e grandi dimensioni del savonese versano da anni in condizioni di crisi, motivo per cui diversi comuni della provincia di Savona sono stati dichiarati area di crisi industriale complessa. Numerose sono state le prese di posizione da parte della politica e dei sindacati locali, ma la capacità di influire sul corso degli eventi è stata abbastanza contradditoria.

Impianto delle Funivie

L’impianto delle Funivie che collega il porto di Savona alla Italiana Coke di Cairo Montenotte è fermo dall’autunno 2019 ed alcuni piloni, a causa degli eventi alluvionali di fine novembre 2019, sono stati danneggiati da eventi franosi, pertanto necessitano di essere ripristinati. Le pastoie burocratiche, tra pensionamenti dei funzionari pubblici che avrebbero dovuto sovrintendere al ripristino dell’opera, senza che ne siano stati nominati i successori e le azioni di esproprio dei terreni necessari al compimento dei lavori, stanno allungando a dismisura i tempi, senza una data certa di conclusione dei lavori.

Teresa Bellanova

I sindacati savonesi minacciano scioperi e mobilitazioni per sedare le preoccupazioni dei lavoratori, ma alle parole, come di consuetudine, non seguono i fatti. Ci si accontenta che il viceministro alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile, Teresa Bellanova (ex bracciante agricola folgorata sulla via di Renzi, ex sindacalista CGIL, ex PD, favorevole al job act), in visita a Vado Ligure lo scorso 21 maggio, pronunci qualche generica rassicurazione di rito sul ripristino delle Funivie, senza tempistiche certe. Con queste rassicurazioni e la partecipazione alla passerella di politici ed autorità varie, i sindacati savonesi si sentono tranquilli di aver compiuto un buon lavoro.

Ci auguriamo che anche i lavoratori che in questi mesi hanno perso il proprio reddito o lo hanno visto notevolmente diminuire, siano della stessa opinione.

Sempre a Vado Ligure ha sede la Sanac, che realizza materiale refrattario per la siderurgia, fa parte del gruppo ILVA in Amministrazione Straordinaria ed è in attesa di poter entrare nell’orbita di Arcelor Mittal. Gli ordinativi non mancherebbero, ma a pesare sulla continuità produttiva è l’incertezza che avvolge le acciaierie di Taranto, che assorbono oltre la metà delle produzioni di refrattari. L’ultimo tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) risale all’8 ottobre 2020, con la richiesta di riconvocazione entro il 30 novembre 2020, ma non si hanno notizie di questa riconvocazione. Ci domandiamo quali programmi abbiano i sindacati savonesi per riprendere questo percorso.

Stabilimento Alstom ex Bombardier a Vado Ligure

Altra realtà industriale con sede a vado Ligure è lo storico stabilimento di costruzione di materiale rotabile ex Bombardier Transportation Italy, acquisito dalla francese Alstom, di cui ci siamo occupati in numerosi articoli, viste le molte contraddizioni presentate da questa vertenza, anche in considerazione dei notevoli investimenti nel settore ferroviario di questi ultimi anni, per rinnovare il materiale rotabile. Ulteriori investimenti sono previsti con il piano Next Generation EU, pertanto, potenzialmente, nel settore ferroviario il lavoro non dovrebbe mancare nei prossimi anni.

Come per la Sanac anche per la Alstom – ex Bombardier è aperto un tavolo di trattativa al MISE. L’ultimo incontro risale al 26 novembre 2019 ed anche in questo caso non si avrebbero notizie di aggiornamenti.

La tranquilla Fiom CGIL di Savona, guidata dal segretario Andrea Mandraccia, rimasta sola nella difesa dello stabilimento Alstom di Vado Ligure ha incontrato i vertici aziendali lo scorso 30 Aprile (LEGGI). Nel consueto comunicato stampa di impegni precisi e date certe non ce ne sono.

Andrea Mandraccia

Forse Mandraccia si è già dimenticato che da quando è alla guida dei metalmeccanici savonesi, continuando a non prendersi impegni precisi nei confronti dei lavoratori che dovrebbe rappresentare, lo stabilimento di materiale rotabile ex Bombardier di Vado Ligure, nonostante livelli di fatturato, di profitti e di produttività di tutto rilievo, nel 2016, ha dato corso ad una riduzione di personale per 104 unità e nel 2019, in concomitanza con l’acquisizione di corpose commesse pubbliche per l’alta velocità, ha inspiegabilmente ceduto l’ingegneria (LEGGI).

Tra gli stabilimenti industriali perennemente in crisi da non dimenticare la Piaggio Aerospace di Villanova d’Albenga e la collegata Laerh, tutte aziende di medie e grandi dimensioni ad alto valore aggiunto, congiuntamente a quelle di cui si è discusso brevemente sopra, dove le condizioni di sicurezza sul lavoro e di reddito dei lavoratori sono ragionevolmente superiori alle condizioni medie riscontrabili nella provincia di Savona.

Dal 2016 con l’istituzione dell’area di crisi industriale complessa del savonese, le parole da parte della politica e dei sindacati savonesi per favorire la soluzione di queste vertenze che interessano migliaia di lavoratori non si contano più, in previsione dei fondi del piano Next Generation EU e delle prossime tornate elettorali c’è da scommettere che le parole scorreranno a fiumi .

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