Bombardier, a Vado Ligure non si è fatto sistema

La vertenza di Bombardier è tornata a riempire un intera pagina economica del Secolo XIX del 20 aprile 2019. Secondo quanto riportato sul quotidiano, la novità emersa dopo l’ultimo incontro al Ministero dello sviluppo economico (MISE) del 19 aprile, sarebbe che il ministero si schiererebbe a fianco degli enti locali e dei sindacati savonesi, per trovare una soluzione alla complessa vertenza di Bombardier Transportation di Vado Ligure, lo storico stabilimento di produzione di materiale rotabile. La complicata vertenza, come noto, si protrae da tre anni, con inizio nell’estate del 2016, quando a causa della perdita di una commessa per dei treni regionali, commessa vinta da Hitachi Rail Italy, Bombardier avviò una procedura di mobilità incentivata per 104 lavoratori, da allora le azioni messe in campo (azioni molte volte a corrente alternata) non sembrano aver risollevato la situazione. Ad aggravare la già precaria situazione, lunedì 8 aprile, è stato annunciato l’avvio della procedura di cessione del ramo d’azienda dell’ingegneria.

Il problema principale, come riportato nelle dichiarazioni dei vari esponenti sindacali, sembra essere quello della mancanza di un piano industriale per il consolidamento ed il rilancio del sito produttivo di Vado Ligure.

In questi ultimi anni, le occasioni per un rilancio non sembrerebbero essere mancate nel settore dei trasporti ferroviari, sia a livello europeo che a livello nazionale.

A livello europeo il Presidente di SNCF (ferrovie francesi), Guillaume Pepy,  fa notare che dal primo gennaio 2020 con l’apertura della rete ferroviaria francese alla concorrenza, la SNCF perderà la sua posizione di monopolio a favore di nuovi operatori, come ad esempio l’italiana Trenitalia. Alla domanda se c’è la possibilità che Frecciarossa o Italo sfreccino lungo le ferrovie francesi, Guillaume risponde «di questo non so e non posso sapere nulla. Ma ho come il presentimento che Trenitalia si stia preparando» (La Stampa domenica 21 aprile)

Frecciarossa 1000

Ricordiamo che Trenitalia aveva commissionato al consorzio formato da Bombardier ed  Hitachi Rail Italy (ex AnsaldoBreda) la realizzazione, del Frecciarossa 1000 (commessa da 1,5miliardi di €). Prevedibilmente con l’apertura delle nuove destinazioni internazionali, Trenitalia necessiterà di nuovi treni ed  adeguamenti della flotta esistente ai nuovi servizi.

A livello nazionale il mercato ferroviario è interessato, dal programma definito “cura del ferro”. Programma volto a favorire un rafforzamento del trasporto ferroviario, per garantire un miglior equilibrio sulle modalità di trasporto di persone e merci.  Il Secolo XIX del 21 marzo riportava la notizia secondo cui le ferrovie italiane starebbero per varare un piano di investimenti per 58miliardi di euro e per la Liguria sarebbero previsti nuovi treni già a partire dal 2020.

Benveduti

Viste le numerose, remunerative e miliardarie commesse pubbliche a cui ha partecipato Bombardier nel corso degli ultimi anni e le opportunità che continua a fornire il mercato ferroviario, è evidentemente  una contraddizione che Bombardier non abbia un piano industriale consolidato ed inoltre apra una procedura di cessione di ramo d’azienda. In questa ottica può essere intesa la richiesta di convocazione dei vertici mondiali di Bombardier, che l’assessore allo Sviluppo economico della regione Liguria, Andrea Benveduti, ha avanzato al MISE per ottenere i dovuti chiarimenti. (Il Secolo XIX domenica 21 aprile 2019)

Viste le notevoli opportunità che sembra fornire il mercato del trasporto ferroviario, dare segnali ai clienti che si va nella direzione di un disimpegno da parte di Bombardier, con la cessione di un ramo d’azienda, è un ulteriore contraddizione, quando invece servirebbe consolidare il sito italiano attraverso le nuove opportunità che offre sia il settore del trasporto merci (Il Sole 24 Ore Mercoledì 13 Marzo 2019), sia l’alta velocità.

Visto comunque l’esito interlocutorio dell’incontro al MISE del 19 aprile, i sindacati savonesi e nazionali tornano a tuonare  contro le scelte giudicate scellerate del gruppo Bombardier, in attesa dell’aggiornamento del tavolo di trattativa previsto non oltre la fine della terza settimana di maggio, riservandosi di decidere “con i lavoratori le iniziative di mobilitazione da mettere in campo per contrastare queste miopi politiche ‘finanziario industriali’ e per tenere alta l’attenzione sulla vertenza, così come, più in generale, sulla questione della crisi industriale del nostro territorio” è quanto dichiarato da Mariano Carboni, responsabile nazionale Fiom-CGIL del settore ferroviario, e Andrea Mandraccia, segretario provinciale della Fiom – CGIL di Savona (LEGGI).

Mandraccia

Auguriamoci cha dalle parole si passi a fatti concreti e risolutori e non solo annunci.

Queste politiche miopi di industriale hanno  sicuramente ben poco, ma sembrano dettate più che altro da scelte finanziarie di massimizzazione dei profitti e del valore azionario a breve termine. Secondo i dati periodici forniti agli investitori, anche per 2018, il settore ferroviario di Bombardier a livello globale ha registrato profitti per 774miloni di dollari, mentre il portafoglio ordini, nel settore ferroviario, ammonta ad oltre 34,5miliardi di dollari.

I tagli di personale annunciati a livello globale da Bombardier nel corso degli ultimi tre anni, un primo da 7500 dipendenti nel 2016 (LEGGI) e l’ultimo di 5000 unità nel novembre 2018 (LEGGI), auguriamoci non siano stati pagati in maggior misura, nel settore ferroviario, dai lavoratori di Vado Ligure.

A partire dal 2014 e nei due anni successivi, a livello mondiale nel settore ferroviario di Bombardier, si è avuta una sensibile riduzione del personale, per poi riportarsi, già nel 2017, sostanzialmente ai valori del 2014 e superarli successivamente nel 2018.

Personale Bombardier Transportation (ferroviario) anni 2014-2018 (fonte Bombardier Inc.)

A livello europeo il peso del personale nel settore ferroviario, nel quinquennio 2014-2018, è sceso del 4% su base globale.

Se consideriamo il solo stabilimento Bombardier di Vado Ligure, che conta oggi circa 530 dipendenti (il Secolo XIX 16 aprile 2019), con la prima procedura di mobilità incentivata per 104 lavoratori nel 2016, ed a seguire la cessione di ramo d’azienda nell’aprile 2018 per 50 unità, verrebbe a determinare una riduzione della forza lavoro di 154 unità. Rispetto al 2016, tale riduzione del personale, su base percentuale per il solo stabilimento Bombardier di Vado Ligure, si attesterebbe ad oltre il 20%.

Tenuto conto di quanto sopra esposto  ragionevolmente in Europa le rappresentanze aziendali dei lavoratori con i sindacati che evidentemente le hanno coordinate a dovere  e probabilmente la politica che ha saputo interpretare il disagio sociale dei lavoratori, hanno fatto sistema per limitare l’impatto dei tagli che avrebbero colpito i lavoratori.

Altrettanto  evidentemente a Vado Ligure qualcosa, ad oggi, non deve aver funzionato nel modo migliore. Restiamo in attesa dei prossimi aggiornamenti.

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