Cinema: Per un pugno di dollari

 Per un pugno di dollari, di Sergio Leone, con Clint Eastwood, Gian Maria Volontè, produzione Italia, Spagna, Repubblica Federale tedesca, anno 1964, durata 95 minuti.

Pistoleros solitario, disoccupato, senza soldi, errante (comicamente) sulla groppa di un mulo, cerca lavoro spostandosi da un paese all’altro. Offre quello che sa fare meglio, sparare, ma appare lento e un po’ impacciato nei movimento, poco credibile. L’occasione per dimostrarne tutta  la sua bravura  gli viene offerta in una cittadina messicana di frontiera dominata da due famiglie dedite al commercio di armi e liquori.

Entrando in paese viene ripetutamente preso in giro da un gruppo di 3 uomini armati dediti all’ozio nell’intervallo tra un servizio e l’altro richiesto loro da una delle due famiglie.

Il fatto che un uomo armato viaggi in groppa a un mulo viene inteso dal gruppo come segno di povertà, debolezza,  comicità, resa ai sani principi del liberismo economico più competitivo, quando il mulo scappa via terrorizzato dagli spari effettuati dai 3 uomini vicino alle sue gambe, il gioco della derisione sembra riuscito e chiuso per sempre, nessuno di loro pensa a possibili strascichi vendicativi.

Ma in seguito, l’uomo solitario, per niente impaurito, decide  di affrontare i 3 uomini, che nel frattempo sono diventati 4, chiedendo loro di porgergli delle scuse. I quattro rifiutano e riprendono a sbeffeggiarlo convinti di essere in presenza di un innocuo prossimo mendicante,  quando lo straniero  solitario mostra di essere armato e pronto a sparare il gruppo accetta senza esitazioni lo scontro armato, forti anche del fatto di avere di fronte un uomo lento e depresso.

Velocissimo nel estrarre la pistola il pistoleros  solitario eliminerà tutti e 4 i suoi avversari destando l’interesse delle due più potenti famiglie  del paese.

L’uomo senza nome sarà abilissimo nell’offrire a tutte e due le famiglie i suoi servigi, e lo farà a loro insaputa, ottenendo così il massimo del profitto.

Film western innovativo, nel linguaggio fotografico e nella sceneggiatura. Numerose e prolungate inquadrature dei primi piani dei volti dei protagonisti con messa a fuoco sugli occhi di grande valore empatico per lo spettatore, grand’angoli esasperati degli interni e degli esterni più panoramici, atmosfere liturgiche articolate in tutta la loro solennità, sacralità ben colorata, scorrimento lento delle inquadrature per cogliere più emozioni. Film impregnato di divinità antropologica umanizzata, che potenzia col sostegno della musica anche la psicologia dei duelli.

Il film inaugura nel cinema la violenza più esplicita e particolareggiata, aprendo un canale trasgressivo al cinematograficamente corretto che farà scuola e di cui usufruiranno successivamente sia Sam Peckinpah nel western americano, sia Stanley Kubrick con il famoso Arancia meccanica.

Il successo del film è  anche dovuto all’introduzione di una importante novità nella sceneggiatura, come quel felice contrasto creato tra atmosfere religiose sacrali, ieratiche, dominate da un predicatore, (quest’ultimo incarnato dal pistoleros solitario portatore di legge), e il male ateo demoniaco delle due famiglie corrotte che appare inizialmente invincibile ma che subirà invece  la giusta punizione

 Biagio Giordano

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