Pubbliche assistenze – Poca organizzazione e si perdono volontari

In questi giorni sulle cronache locali è stato lanciato l’ennesimo allarme da parte delle pubbliche assistenze in penuria di volontari.
Infatti, da diversi anni, i volontari soci sono integrati dai volontari del servizio civile universale e nel 2022, si è registrata una bassa adesione al bando, con la possibilità che diverse pubbliche assistenze non riescano a fornire i servizi richiesti dalla cittadinanza, in particolare i servizi di soccorso e di trasporto sanitario.
Sicuramente la prima causa di questa contrazione di giovani di età compresa tra 18 e 28 anni disposti ad impegnarsi per un anno nel servizio civile, è proprio l’elevata età media italiana. Secondo i dati del 2021 del censimento permanente della popolazione in Liguria, l’età media ligure è 48,7 anni, mentre a livello nazionale si attesta sui 45,2 anni.
Il fatto che anche l’età di pensionamento si spinga sempre più avanti negli anni fa si che si perdano molti di quei volontari che una volta arrivati alla sospirata pensione, decidano di dedicare parte del loro tempo ad attività di volontariato.
Non potevano mancare i commenti sui social network a questa notizia.
Molti commenti sono sicuramente fuori luogo, ma alcuni, se verificati, evidenziano pratiche che poco si addicono ad una pubblica assistenza.
Si possono riscontrare commenti secondo cui i ragazzi sarebbero trattati poco bene e non sarebbero sufficientemente valorizzati, fatti che sicuramente possono trovare qualche analogia con quanto accade ai tanti giovani che una volta terminato il ciclo di studi si affacciano sul mondo del lavoro.
Ad una cittadina che lamenta il fatto che bisognerebbe assumere invece che fare lavorare gratis la gente, risponde Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali della Provincia di Savona «“la gente” non lavora gratis, dona volontariamente ore del proprio tempo. Un sistema di soccorso di “dipendenti” non potrebbe essere basato sulle associazioni di volontariato e comunque costerebbe tra cinque e dieci volte allo Stato – cioè a tutti noi – e non è detto che l’atteggiamento verso il paziente sarebbe lo stesso di uno che lo fa come volontario. Non sono “posti rubati” ma ore donate.» (LEGGI). Probabilmente Berta presta servizio in qualche associazione di volontariato e conosce bene il settore, anche dal punto di vista economico.
Se le associazioni vogliono mantenere i servizi gestiti in prevalenza da volontari, che sempre secondo Berta, forniscono una maggiore attenzione verso il paziente, è chiaro che i volontari vadano valorizzati adeguatamente, per fornire sempre le proprie prestazioni con l’entusiasmo che li ha spinti all’inizio ad aderire all’associazione. Da alcuni commenti, sempre se veritieri, a volte prevarrebbero altre logiche nella gestione dei volontari.
Ci domandiamo inoltre se le associazioni di volontariato, nel corso dell’anno, promuovano campagne di sensibilizzazione verso la popolazione per ricercare nuovi aderenti. Se si vuole avere a disposizione dei giovani in età compresa tra 18 e 28 anni che possano prendere parte al servizio civile, bisognerebbe andarli a reclutare, ad esempio, in scuole ed università, realizzando delle iniziative, possibilmente in presenza, per “pubblicizzare” i vantaggi che si possono maturare nel dedicarsi un anno al servizio civile.
Un’altra motivazione della scarsa adesione al servizio civile riportata nella discussione social, che merita attenzione, è il fatto che il bando è stato indetto a gennaio ed i volontari prevedibilmente prenderanno servizio solo due tre mesi dopo. Con questa gestione, il giovane per aderire al servizio civile verrebbe a perdere quasi due anni. Forse sarebbe il caso che l’inizio e la fine del servizio civile venga a coincidere con quella dell’anno scolastico, con inizio e fine tra settembre ed ottobre.
Se la prima causa della insufficiente adesione alle associazioni di volontariato è sicuramente quella anagrafica, la scarsa organizzazione riscontrabile nelle associazioni stesse e nelle istituzioni nell’organizzare il servizio civile non sono secondarie.

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