Gsl di Albenga: la sanità pubblica svenduta ai privati.

 

 

Gsl di Albenga: la sanità pubblica svenduta ai privati.
E a pagare sono sempre i cittadini
 
La sanità pubblica svenduta ai privati. Zero trasparenza. E, soprattutto, un danno erariale per centinaia di milioni di euro. L’inchiesta della Guardia di Finanza su Asl e Gsl di Albenga sta mettendo a nudo quello che abbiamo sostenuto in tempi non sospetti: ogni volta che nel settore sanitario si è tentato di ricorrere al privato come panacea di tutti i mali (per di più con modalità illecite e collusive), si è assistito a un effetto boomerang in termini di costi e servizi. E a pagarne le spese, come sempre, sono i cittadini.
Ma come si è arrivati sino a qui? Per capirlo…
 bisogna fare un passo indietro al 2010, quando, tramite un bando europeo, fu lanciato un progetto sperimentale che prevedeva la realizzazione di un nuovo reparto privato di chirurgia ortopedica, per combattere le fughe di pazienti extra-regione, in particolare nella chirurgia ortopedica. Sede prescelta: l’ospedale Santa Maria Misericordia di Albenga, una struttura nuova costruita su forte spinta della politica, ma che al tempo era fortemente sottotutilizzata, al punto che si parlava già di una chiusura.

Decisione quantomeno curiosa, dal momento che allora le cure ortopediche erano garantite – con una media del 20% di pazienti da fuori regione – dal vicino ospedale Santa Corona, il cui primario, Andrea Camera, era stato tra i primi a storcere il naso per la scarsa trasparenza dell’operazione.

Ad aggiudicarsi il bando, l’anno successivo, fu il Gsl di Alessio Albani, per un valore complessivo di 93 milioni di euro in 7 anni, per 18 posti letto. Che qualcosa non tornasse lo si era cominciato a intuire un anno e mezzo fa, quando furono avviate le indagini per le strane modalità di esecuzione della gara e relativo affidamento, con tanto di perquisizioni della Guardia di Finanza nell’Asl 2 e negli uffici dell’allora direttore generale Flavio Neirotti. Oggi – è cronaca di questi giorni – i nodi cominciano a tornare al pettine: secondo l’accusa, quel bando sarebbe stato cucito su misura. Il pm Ubaldo Pelosi parla addirittura di un presunto danno erariale di 160 milioni di euro.

Se ciò fosse confermato, ci troveremmo di fronte alla conferma di quello che il MoVimento 5 Stelle ribadiamo da tempo: NO all’affidamento di strutture sanitarie pubbliche a soggetti privati. Un’operazione che, dovunque sia stata messa in atto, non ha mai portato ad alcun risparmio per la collettività, come troppe volte viene sbandierato da centrodestra e centrosinistra, semmai debiti, scandali e inefficienza. Lo dimostra, una volta di più, il caso del San Raffaele di Milano, dove la logica del privato convenzionato ha lasciato dietro di sé un danno erariale da 30 milioni di euro: è questo il modello sanitario lombardo che la giunta Toti vorrebbe trapiantare in Liguria?

Non è un problema di pubblico o privato, ma di rispettare le norme. E i pazienti. Per questo oggi abbiamo depositato in consiglio regionale un’interpellanza con cui chiediamo alla giunta: perché non abbia ancora dichiarato decaduto il direttore generale Neirotti? E come mai la stessa giunta non si è ancora attivata per risolvere il rapporto contrattuale tra l’azienda Gsl e la Regione Liguria, come prevede la normativa vigente?

Andrea Melis, portavoce MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria

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