Riflessioni politiche di Arecco su concorsi, spostamento del mercato, ATA e autotutela

Lo scorso, ultimo, Consiglio comunale abbiamo assistito all’ennesima prova vigoressica di una maggioranza che non sa cosa vuole, ma sa che lo vuole subito.
La votazione sullo spostamento del mercato cittadino è la prova più evidente di un provvedimento assunto più per ragioni di propaganda, che per una reale necessità della città e per dimostrare che “le cose, Noi, le facciamo”.
Che energia, che impeto, che decisionismo!
Circa le conseguenze sul traffico, sul distanziamento sociale, sulla reale fruibilità per i cittadini, il mantra è che su tutto “vedremo, ci ragioneremo, lo riaffronteremo”. Insomma, la solita solfa usata per non rispondere mai nel concreto.

La retromarcia sul concorso per selezionare il nuovo direttore della pinacoteca e dei musei civici è da medaglia d’oro, anzi di bronzo!
Accortosi del pasticciaccio combinato, incalzato da un ordine del giorno della minoranza, timoroso per le probabili conseguenze di un ricorso certo e sacrosanto, il Sindaco, con un trasformismo alla “Fregoli”, ha fatto ricorso all’unico rimedio possibile: annullare gli esiti della procedura e indire un nuovo concorso in autotutela. Meno male! E stavolta speriamo che le cose le facciano per bene.
Su questo punto, la maggioranza, solitamente granitica, entusiasta e plaudente “sulla qualunque” ed a prescindere, ha preferito glissare e passare oltre, anziché ammettere esplicitamente l’errore, ostentando indifferenza e snobistico distacco, per coprire una memorabile figuraccia: “noblesse oblige”!

A questo punto, la domanda delle domande sorge spontanea: “Sig. Sindaco, ma visti i problemini generati dal ricorso su ATA, non sarebbe stato utile applicare la stessa, identica, procedura dell’autotutela anche per la gara di affidamento per la costituzione della NEW.co?”.
Questa sì che è una bella grana per la città, purtroppo! non per il ricorso in sé, ma per le conseguenti, inevitabili lungaggini burocratiche che rischiano di affossare definitivamente ATA e impediscono di avere, in tempi brevi, una città pulita e linda.
Capisco che la decisione richiederebbe determinazione amministrativa, idee chiare e “vision”, ma, nel frattempo, Savona non può permettersi di attendere “le calende greche”.
Capisco anche che “affrontare di petto” il tema di ATA innescherebbe conseguenze perigliose per l’adorante maggioranza, del tipo: come mai si è rinunciato a partecipare ai bandi del PNRR per realizzare un indispensabile centro di raccolta cittadino? dove lo andremo a collocare? come risolveremo il problema delle liquidazioni per tanti ex lavoratori di ATA? cosa bisognerà fare affinché ATA, nel frattempo, non fallisca?
Per tutti questi motivi è molto meglio “buttarla in caciara”, tirare a campare su tutto, programmare Consigli comunali che durino ore ed ore proponendo in approvazione “la qualunque”, con variazioni di bilancio mescolate allo spostamento del mercato e regolamenti vari, infarcite di temi urbanistici, condite con le pale eoliche e chi più ne ha, più ne metta.
A quasi un anno dalla data delle elezioni i nodi iniziano a giungere al pettine per l’Amministrazione e dopo mesi e mesi di facile propaganda è finalmente giunto (Ahi Loro!) il momento di fornire risposte … adeguate e, possibilmente, non viziate da “ansia da prestazione”.

 Massimo Arecco

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