IL FATTORE “C ” nello sviluppo di Albisola Superiore

 

IL FATTORE “C ” nello sviluppo di Albisola Superiore:
dalla  Ceramica al Cemento.
Albisola  cerca nuove modalità per incrementare  il turismo.

 A breve verrà infatti avviato IL CANTIERE DIFFUSO: in analogia con quanto sperimentato con gli ormai scontati MUSEI DIFFUSI per l’arte, prenderà corpo un progetto  rimasto nel cuore italico dagli anni 60: cementificare. Ma secondo nuovi dettami: conferendo ai metri cubi il prestigio dell’opera buona…perché salva posti di lavoro, perché grazie a questo si fanno opere di pubblica utilità. Perché altrimenti si rischiano cause, perché  è così e basta.
L’operazione CANTIERE DIFFUSO non è di facile realizzazione, ma con impegno e determinazione la passata amministrazione Parodi ha avviato i lavori, e l’attuale amministrazione Orsi sta dando nuova linfa al sogno di laterizi.  A dire il vero il progetto non ha il pregio dell’originalità, ma il modo con cui passeranno  alla storia non turba le notti  dei promotori e del loro  nutrito seguito.
Veniamo però alle linee guida: “più cubatura possibile, nel minor spazio possibile, nel posto più centrale possibile, senza riferimenti al contesto,  senza prevedere nuova viabilità, trasformando tout court le volumetrie industriali in residenziali,  nonostante il calo della domanda, nonostante il calo della popolazione.”
Impossibile? No no, già fatto.  Per i primi requisiti ci ha pensato la legislazione, per il penultimo il mercato, per il calo demografico la natura.
Si perché questi sono i dati.  La popolazione albisolese è in costante calo dal 2001 al 2010, -3%…leggi…il numero di seconde case presenti è notevole (2000, circa una seconda casa ogni 5 residenti) ma l’offerta di nuovi alloggi si prospetta  al massimo degli ultimi 20 anni …leggi…Come ogni felice innovazione il CANTIERE DIFFUSO ha qualche effetto collaterale:  più auto,  più rumore, più  emissioni,  il rischio di danni durante gli scavi, un impatto visivo discutibile, l’occasione mancata (per sempre) di fare qualcosa di bello e di utile, magari attraverso un dialogo costruttivo col  territorio. 
Ma il Cantiere Diffuso, a differenza della speculazione edilizia del secondo millennio, porta diretti vantaggi ai dipendenti delle aree industriali dismesse  (non a quelli impiegati nell’edilizia).
Anzi, questo sembra il motivo di tante sollecite azioni pro-calcestruzzo: concedere volumetrie per salvare il lavoro. Non, invece, salvare il territorio pensando che una pianificazione urbana in linea con il proprio passato di arte e cultura, darà nel medio e nel lungo termine frutti solidi.
Con la mentalità del cemento-salva lavoro, è meglio che l’Amministrazione si prepari. Molte persone, nel pubblico e nel privato sono in difficoltà. Perciò, la coda di chi verrà a riscuotere la cubatura che gli compete è lunga. E di questi tempi, fare preferenze tra un settore e l’ altro, “sta bbrutto”.
Firmato:   Noi che … pensavamo di abitare nella città della Ceramica
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