LA VITA DI UN GIOVANE SARÀ UNA PACCHIA (dopo il 4 marzo)

LA VITA DI UN GIOVANE SARÀ UNA PACCHIA (dopo il 4 marzo)

di Bruno Spagnoletti

A mettere insieme tutte le promesse elettorali, dopo il 4 marzo la vita di un giovane sarà una pacchia.

Non dovrà pagare il bollo dell’auto che i genitori gli regaleranno dopo il diploma.

Potrà iscriversi all’Università senza sobbarcarsi le tasse.

Se vorrà lavorare potrà contare su un salario minimo garantito ed evitare tutte le flessibilità previste nel Jobs Act, che subirà molte modifiche anche se non sarà abolito del tutto.

L’articolo 18 tornerà sugli altari.

Ma al nostro giovane sarà consentito pure di non lavorare, grazie ad un reddito di cittadinanza (780 euro al mese), o di dignità (1.250 euro mensili se deciderà di sposarsi e avere un figlio).

Non dovrà preoccuparsi della pensione perché la legge Fornero sarà o abolita o evirata.

Comunque potrà contare su un trattamento pensionistico minimo di 1.000 euro mensili, che corrisponde ora a quello di una pensione media al netto delle tasse.

Se avrà il cattivo gusto di lavorare e di percepire una retribuzione, si avvarrà della flat tax, con un’aliquota pari, nel peggiore dei casi, al 23 percento, sempre che Matteo Salvini, non riesca a imporre il 15 percento.

Ovviamente non pagherà il canone tv, non si interrompe un’emozione per banali motivi di soldi, quando si gode di un attimo di relax nell’appartamento esente da imposte.

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