Nel 2015 la cooperativa Arca, come raggruppamento temporaneo di imprese con la Società Cooperativa Archeologia di Firenze, aveva cercato di ottenere la gestione del Museo Archeologico, ma la conduzione della gara venne severamente condannata nel 2017 dal TAR e successivamente dal Consiglio di Stato, facendo così sfumare il tentativo di Arca di sottrarre all’Istituto di Studi Liguri il Museo che lo stesso Istituto aveva creato….LEGGI
Ora la cooperativa Arca, fondata nel 2006 da Gemma Babboni Lunardon, Donatella Ventura e Paolo Ramagli, collabora nella gestione del Museo della Ceramica con la Fondazione De Mari, inoltre gestisce tutta una serie di strutture culturali fra cui Il Museo e la Biblioteca di villa Groppallo a Vado Ligure , la Biblioteca di Bergeggi, la Biblioteca di Quiliano, tutte strutture che precedentemente gestiva la Sezione Sabazia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri.
Sulle ultime attività del museo si possono fare alcune considerazioni non molto positive:
Le tre mostre su Treccani (Vado Ligure, Savona e Albissola) curate da Lunardon da molti sono state considerate discutibili in quanto già dieci anni fa la Pinacoteca di Savona aveva dedicato una mostra all’artista. Tra gli organizzatori sempre la Fondazione “Cento Fiori” che era intervenuta pure nella precedente mostra savonese. Anche questa mostra è stata ampiamente finanziata dalla Fondazione De Mari, la cui direttrice opera in stretta collaborazione con l’assessore alla cultura del Comune di Savona.
Delle tre mostre su Treccani è bene ricordare anche le polemiche con la manifattura Mazzotti di Albissola…LEGGI
Un altro esempio criticabile è l’attuale mostra di Sandro Lorenzini, per il cui allestimento è stato completamente stravolto il percorso museale.
Per lasciare gli spazi a questa mostra temporanea, sono stati archiviati esemplari di una storia secolare e straordinarie testimonianze della contemporaneità. Un segno di provincialismo che vuole trasformare il suo ottimo prodotto culturale in una galleria destinata a compiacere il territorio.
Lo staff del Museo della ceramica è costituito prevalentemente da persone che operano anche in Casa Jorn e nel Muda di Albissola Marina e gli orari invernali di apertura, gli stessi per il Museo e la Pinacoteca, sono assolutamente inadeguati: lunedì 10.00-13.30, venerdì: 10.00-13.30 / 15.30-18.30, sabato: 10.00-13.30 / 15.30-18.30, domenica: 10-17.30, per un totale di 24 ore.
Al contrario, il Museo Archeologico, a fronte di un modestissimo ed inadeguato contributo comunale (33.000 € all’anno) non certo comparabile coi molto ben superiori finanziamenti della Pinacoteca e del Museo della Ceramica, garantisce il seguente orario di apertura: martedì, giovedì e venerdì ore 9.30-12.30 / 15.00-17.00, mercoledì 9.30-12.30, sabato e domenica 10.00-13.00 / 15.00-17.00, per un totale di 28 ore.
E visto che al Museo archeologico non solo l’orario è migliore ma anche il numero dei visitatori paganti è superiore rispetto alla Pinacoteca e Museo della Ceramica è possibile che nessuno si chieda il PERCHE’ di questa disparità di finanziamenti?