ATA, siamo solo all’inizio della ricerca della verità

Leggiamo oggi sui giornali locali che l’ex c.d.a. dell’azienda ATA è stato condannato dal Collegio arbitrale a pagare la cifra di 1.900.000euro “per i danni causati alla società partecipata del Comune”.
Questa mattina, letta la notizia, per alcuni minuti è come se avessi riavvolto in un attimo la pellicola di un film durato dieci lunghi anni.
Un film con scene di vere e proprie battaglie dialettiche combattute dai banchi del Consiglio comunale con la giunta di allora.
Un film raccontato in decine e decine di articoli che ho scritto per segnalare e raccontare tutto quello che stava accadendo in ATA.
Un film con le drammatiche storie umane di lavoratori licenziati e poi riassunti e scagionati.
Un film fatto di denunce penali nei miei confronti, conclusesi con un “non luogo a procedere”.
Leggere la notizia della condanna al risarcimento della somma di 1.900.000euro, però, deve rappresentare solamente l’inizio di una fase di ricerca della verità, che dovrà inevitabilmente riguardare tutti coloro che, a vario titolo, sono stati i responsabili veri, o presunti, diretti o indiretti, consapevoli o inconsapevoli, del dissesto di ATA.
Non bisogna dimenticare che negli anni in cui sono stati accertati i danni causati all’Azienda, dal 2011 al 2016, un’amministrazione di centrosinistra ha retto il Comune di Savona.
Non bisogna dimenticare che ex Assessori della Giunta di allora, rivestono a tutt’oggi importanti ruoli amministrativi nell’attuale maggioranza.
Non bisogna dimenticare le altre figure apicali di ATA che gestivano in quegli anni l’Azienda.
Chi sedeva nel c.d.a. di allora e tutt’ora siede tra i banchi del Consiglio comunale, infine, dovrà trarre le inevitabili conseguenze della sentenza, assumendo l’unica decisione politica possibile per casi del genere.

Per quanto riguarda la notizia del bilancio in attivo dell’Azienda, formulo solamente alcune semplici considerazioni:
– la disponibilità di cassa di 3.800.000euro è in parte derivante dalla somma accantonata per fare fronte alla causa avverso un altro Comune. La vittoria legale ha semplicemente sbloccato tali denari. Tale importo non può essere interamente ascritto ad un miglioramento dei conti, in quanto derivante da una cancellazione di posta.
– Il risarcimento di 1.900.000 euro inserito nel bilancio è altamente aleatorio e, probabilmente, solamente tra qualche anno sapremo se esso sarà stato realmente escusso, oppure se verrà “gentilmente omaggiato dai savonesi”.

Massimo Arecco
Consigliere comunale di Fdi

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