Schola magister vitae

È ora di finirla con queste proibizioni ridicole e ideologicamente anomale di non poter più usare terminologie di lingua italiana chiare e incontestabili che purtroppo seguono le mode e i tempi assurdi che stiamo vivendo. Nascono nuove parole che sono di difficile interpretazione e non fanno parte del lessico italiano, e che ora per sentirsi di moda con i tempi vengono usate subito da tutti, pur senza capirne il significato perché etimologicamente non ne hanno alcuno. Per esempio è invalso l’uso ridicolo che fa ridere ma dovrebbe far piangere, perché non ha senso alcuno usare, per esempio la parola resilienza in modo scorretto, perché non significa assolutamente quello molti vorrebbero significasse. Tutto ciò, purtroppo, dimostra la mediocrità dei tempi che corrono. Molti ormai non parlano più un italiano corretto, avendo completamente dimenticato l’uso corretto dei congiuntivi, e quindi dimostrando una ignoranza grassa e intollerabile. Ascoltando spesso chi chiacchiera in televisione, se ne sentono di tutti i colori. Sono soprattutto i politici e gli amministratori che non sanno parlare italiano, dovrebbero ritornare a scuola e prima di esprimere concetti evoluti, imparare a parlare in un italiano corretto. Purtroppo stiamo andando sempre peggio e non si vedono tentativi di migliorare la situazione ormai giunta a dei punti intollerabili. Viviamo in un mondo che sta diventando analfabeta di ritorno. Purtroppo anche molti insegnanti non hanno più la cultura di un tempo. A scuola invece di insegnare la grammatica e la sintassi, spesso si insegnano ideologie strampalate che stravolgono le nostre esperienze di vita. Personaggi famosi per visibilità presenti dovunque come il prezzemolo, ma mediocri come cultura storica, sociologica, scientifica e soprattutto lessicale, influenzano dal video la popolazione, creando ignoranza e non sapienza, che belli i tempi in cui il latino era una materia di insegnamento obbligatoria nella scuola media inferiore, perché temprava il ragionamento , la memoria, e dotava lo studente di una capacità di ragionamento e di meditazione e di filosofia della cultura che preparava alla vita.

 Renato  Giusto

 

 

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