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Dentro la chiesa, con un decisionismo che da tempo non si vedeva e soprattutto non si sentiva (la decisione di cambiare le panche l’ho presa io, sembra abbia detto il don), si sono cambiate le panche, tutte nuove, e si è ricambiata posizione all’altar maggiore con la chiusura della chiesa per dieci giorni.
Le appendici della chiesa adibite in passato ad alloggi sono sempre in corso d’opera. La casa annessa all’oratorio da sempre abitazione del parroco è in fase di ristrutturazione. Ormai da un anno. Le pertinenze annesse alla cattedrale lato sud sono anch’esse in trasformazione. Forse alloggi. E si vocifera ma pare certo a che a fianco dell opere parrocchiali saranno costruiti dei parcheggi interrati.
Certo che grana da spendere ne ha il nostro giovane pastore di anime. Ed ha anche le idee chiare.
Diventano, le idee, meno chiare ai parrocchiani anche a quelli più osservanti che vedono la diversità esistente in questo paese boccheggiante dove il degrado urbano la fa da padrone mentre per il luogo di culto e le opere annesse non si bada a spese.
Non solo. La velocità con cui si iniziano i lavori ha qualcosa di miracoloso. Sembra che le tempistiche per le autorizzazioni necessarie per “fare” seguano una via diversa da quella che impelaga il normale cittadino nei meandri burocratici, anche se è praticante e osservante.
A meno che lo opere del clero non siano sottoposte alla normale trafila burocratica che deve seguire il cittadino qualunque.
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