LA COMMEDIA DELL’ARTE

Prologo

Puntuali come le tasse, o come un orologio svizzero, ogni cinque anni si presentano sul palcoscenico della politica, in vista delle elezioni, “tutti coloro che sono convinti di riuscire a dimostrare, a quelli che c’erano prima, che quelli che verranno dopo saranno sicuramente migliori”.

Il gioco della democrazia è questo: assistervi è un sacrificio cui è costretto a soggiacere il pubblico elettore.

Anche le elezioni amministrative del 2021 per il Comune di Savona non sfuggono alla regola.

Da qualche mese, da parte del dott. Amoretti era stata avviata l’operazione: “annuncio, smentita, ci tengo però, a condizione che, non mi faccio tirare la giacchetta e via di seguito. Mi hanno cercato i partiti, io me ne stavo bene dove stavo, ma, per il bene della città si potrebbe, bla bla bla, ecc. ecc. ecc.”.

Tutto lecito, come da manuale del perfetto candidato alle elezioni, che stava scaldando i motori. L’unica nota stonata di tutto il suo rito elettorale/propiziatorio, stava nel messaggio che cercava di veicolare: si evoca lo sfascio generale cittadino, l’emergenza urbana, uniti alla necessità impellente di imbarcare nell’improba disfida tutto e tutti pur di salvare la baracca. Insomma, l’unica ricetta possibile, secondo l’autoproclamatosi candidato sindaco era quella di un governo cittadino, analogo, secondo lui, al governo di unità nazionale che si stava costituendo a Roma in quelle settimane.

In chiave casereccia, il dott. Amoretti era convinto che la panacea di tutti i mali savonesi consistesse nell’unire da una stessa parte “la destra, la sinistra, il centro, il davanti, il dietro, il prima, il dopo ed il durante” della politica locale.

Azione

La realtà dei fatti si è rivelata più ardua del previsto per l’autoproclamatosi candidato sindaco, partito con troppo anticipo alla conquista di Palazzo Sisto.

Nel giro di poche settimane dagli annunci roboanti si sono verificati:

1) lo slittamento delle elezioni amministrative ad Ottobre;

2) pacchi, contropacchi e contropaccotti nell’area di centrodestra e distinguo nell’area di centrosinistra con la quale erano stati avviati da mesi gli approcci;

3) alcune tirate di orecchie da parte dei principali sponsor politici che gli avevano organizzato la cavalcata verso il successo;

4) il fugone (temporaneo) dalla scena, necessario per rimodulare integralmente la strategia comunicativa ed imbarcare nuovi attori nella compagine del futuro governo cittadino, fino a quel momento snobbati dagli accordi.

Epilogo

Questa è la parte della commedia da riscrivere integralmente, rispetto alle previsioni iniziali. L’operazione “Amoretti Sindaco” era partita circa sei mesi orsono e vedeva “attovagliati” intorno al tavolo delle trattative i soliti noti, questa volta però con ruoli e peso politico mutati rispetto ai precedenti cinque anni.

Ora l’ordine di scuderia impartito agli attori in scena è: silenzio, aspettiamo, vediamo l’evoluzione di tutta una serie di situazioni, accadimenti nuovi ed imprevisti verificatisi nel frattempo, tanto i giochi ripartiranno solamente tra due mesi.

Scende il sipario, partono gli applausi, gli attori della commedia ringraziano, salutano e danno l’arrivederci al pubblico elettore alla prossima stagione estiva/autunnale, preannunciando colpi di scena, tradimenti, corna, ripensamenti, pentimenti, ingresso di nuovi attori e tanti, tanti, cambi di costume e di maschera.

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