A Carcare la fabbrica di falsi storici.

A proporci questa gita turistica nell’entroterra savonese, per la precisione a Carcare, sono le recenti rivendicazioni di paternità letteraria addirittura dell’Inno d’Italia, espresse dalla Giunta Comunale…leggi
Probabilmente alla ricerca di vana gloria e per concorrere con Genova o Torino, ma quasi certamente con la volontà di produrre un falso storico.
Letto secondo una chiave di lettura giurisprudenziale, vorrebbe onorare Carcare per gettare fango su Mameli e farlo passare come un ladruncolo letterario opportunista.
Nel merito molto puntuale l’intervento dell’ex funzionario della area cultura del comune di Carcare, per 30 custode dell’Archivio A.G. Barrili, rettore dell’Università di Genova e patriota del Risorgimento, espresso su un Gruppo social di cultura locale.

Dal gruppo fb   CARCARE INDIMENTICATA

Fausto Conti Amministratore Esperto del gruppo

Ho pubblicato il post precedente, riferito alla prima parte della voce Goffredo Mameli tratta dall’Enciclopedia Italiana Treccani a cura di Mario Menghini, perchè ritengo che ipotizzare che l’inno “Fratelli d’Italia” non sia stato composto da Goffredo Mameli, che Mameli abbia studiato nel collegio Calasanzio di Carcare e che qui abbia rubato il testo dell’Inno a Padre Atanasio Canata, sia, non soltanto falso, ma oltremodo insultante nei confronti di un’eroe morto per idee di libertà. Ritengo soprattutto che la Storia si debba fare con l’esame attento degli atti e non con supposizioni da rivista scandalistica.

Punto primo: Mameli non ha mai studiato nel Collegio Calasanzio di Carcare, questo è inoppugnabile in quanto lo stesso, dopo l’alterco con un suo condiscepolo dell’Università di Genova, del Luglio 1843, per cui fu punito con l’obbligo di prolungare di un anno il corso di filosofia, venne inviato a Carcare presso il Collegio Scolopico anche perchè nel collegio carcarese aveva studiato Giovanni Battista Mameli, fratello maggiore di Goffredo, e che l’aria della Val Bormida avrebbe rinforzato la salute fisica e psichica, ma qui vi rimase all’incirca un mese, notare che nel 1843 Mameli aveva quasi 15 anni e riuscì con ottimo esito agli esami di baccelliere presso l’Università di Genova il 7 agosto 1847, per chi non lo sapesse il titolo di Baccelliere corrisponde all’odierno Diploma di Scuola Superiore antecedente la Laurea. Ritengo quindi che essendo stato a Carcare nel periodo estivo, si possa affermare che Mameli non abbia studiato a Carcare anche perchè già iscritto all’Università, corsi che non erano propri del Collegio Carcarese che si fermava al Ginnasio.

Punto secondo: E’ molto arduo affermare che Mameli abbia rubato l’inno a Padre Canata, in primo luogo perchè il Canata era di idee Giobertiane, mentre il Mameli era un mazziniano convinto, prova ne è la terza parte del testo dell’Inno “Uniamoci, amiamoci” che si rifà esplicitamente alle idee Mazziniane, Il mazzinianesimo, però, non va considerato un semplice movimento irredentista o nazionalista. Mazzini fa propria l’idea di nazione, ma auspica la convivenza pacifica fra i vari popoli. Egli, infatti, nel famoso trittico della rivoluzione francese, affianca, alla Libertà ed all’Uguaglianza, a volte l’Associazione, altre l’Umanità.

Il termine Fratellanza era di chiara origine cristiana ed il Mazzini, pur apprezzandone il valore “comunitario”, preferì sostituirlo con termini che oggi definiremmo più laici. Parlare di UmanitàAssociazione permetteva al Mazzini di contrastare la lotta di classe tipica del marxismo. Infatti, il movimento comunista, anche se agli inizi si inserì tra le dottrine “democratiche”, fu subito visto dal Mazzini come “escludente”, come il tentativo di una parte (il proletariato) di prevalere su un’altra (la borghesia).

Circa i rapporti con la religione, Mazzini riteneva inaccettabile l’ateismo; considerava il popolo immagine di Dio sulla terra[1] e riconduceva la definizione dei doveri dell’uomo alla Legge di Dio. Profondamente spiritualista, contestava ai comunisti il tentativo di cancellare dal cuore e dalla mente degli uomini non solo l’elemento trascendente, divino, ma anche il semplice senso del dovere. Secondo il genovese, infatti, il Popolo non può progredire, non soltanto se non vive in piena libertà, ma anche se non fa proprio il senso del dovere. Pur non considerando ideale il modello statunitense, anzi, accusandolo di accentuare l’individualismo e l’egoismo sociale, Mazzini apprezzava dello stesso la separazione Stato-Chiesa, accompagnata, però, da un forte senso civico-religioso e dal pieno rispetto delle libertà di opinione, comprese quelle religiose.

I mazziniani o repubblicani si possono, quindi, a pieno titolo definire interclassisti in campo sociale e liberali in materia di diritti umani.

E questo era il pensiero di Goffredo Mameli.

L’inno “Fratelli d’Italia” fu scritto a Genova da Goffredo Mameli il 10 settembre 1847, intitolandolo “Il canto degli Italiani”. Il testo fu musicato da Michele Novaro il 24 novembre dello stesso anno in quel di Torino, e suonato, per la prima volta a Genova il 10 Dicembre 1847. quindi ritengo sia Genova la città che debba fregiarsi del titolo di “Città dell’inno”, tuttalpiù anche Torino, ove fu musicato, ma assolutamente non Carcare, queste supposizioni , quasi utilizzando un termine molto caro al Sindaco di Carcare in carica, sono extracazzole, ancor più che supercazzole, ed il provare a renderle reali è un insulto alla comunità carcarese tutta non soltanto un falso storico.

In ultimo, mi piace ricordare che Fratelli d’Italia è divenuto l’inno nazionale Italiano il 12 Ottobre 1946, dopo la fine della Monarchia, anche perchè fino ad allora l’inno nazionale italiano era “La Marcia Reale”

 

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