Una lettera al Comune di Celle Ligure

Egr. Sig. Sindaco del Comune di Celle Ligure Caterina Mordeglia

Egr. Sig. Vicesindaco Giovanni Siri

Egr. Sigg. Assessori Mariapaola Testa Giorgio Siri Stefania Sebberu

comunecelle@postecert.it

Roma, 09 settembre 2021

Noi sottoscritti
Sen. Dott. Prof. Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia
Dott. Luigi Gaetti, già senatore della Repubblica, Vicepresidente della Commissione Antimafia e Viceministro dell’Interno
Sen. Avv. Mattia Crucioli, già Vicepresidente della Commissione Giustizia del Senato
On. Dott. Alberto Zolezzi
Cons. Reg. Giovanni Battista Pastorino, Capogruppo
Cons. Reg. Fabio Tosi, Capogruppo
Cons. Com. Prof. Franca Guelfi
Cons. Com. Dott. Pietro Corona
Prof. Daniela Pongiglione, già Cons. Com. di Savona
Prof. Doris Zanatta
Francesco Pini
Venuti a conoscenza dell’affidamento, da parte di codesta Giunta comunale, di un incarico legale per tutelare i propri interessi e le ragioni dell’Ente, contro soggetti esterni in relazione a rilevanti pratiche edilizie, ci permettiamo di presentare le considerazioni sotto riportate.

1) Una rilevante pratica edilizia riguarda la c.d. Colonia Bergamasca, che ha visto una prima

approvazione urbanistica dell’intera lottizzazione da parte della Giunta di codesto Comune, ha

successivamente conseguito il permesso di costruire relativamente al primo lotto.
La lottizzazione ed il permesso consentono la demolizione degli edifici e la loro ricostruzione in accorpamento con altri, con l’aumento volumetrico del 35 % della parte fuori terra.
La legge regionale n. 49/2009, ai sensi della quale sono state rilasciate le approvazioni, obbliga al rispetto della normativa del PTCP – Piano Paesistico Regionale.
Tale normativa recita testualmente: “Non è pertanto consentito costruire nuovi edifici, né alterare quelli esistenti se non per adeguarli ai caratteri propri della zona”.
Tralasciando per il momento la prima parte riguardante eventuali nuovi edifici, vediamo di togliere ogni incomprensione riguardante la seconda parte, traducendo in termini correnti;
Non è consentito = non si può
Alterare = cambiare (forma: ingrandire, alzare, allargare, restringere, abbassare, ecc)
Quelli esistenti = le costruzioni che ci sono.

Assembliamo ed otteniamo: non si può (possono) cambiare le costruzioni che ci sono. L’adeguamento ai caratteri della zona è stato escluso anche dalla Regione per il fatto che non c’era niente da adeguare: era tutto adeguato.

Allora, nel primo intervento di più case se ne è fatta una, è stata ingrandita del 35 % fuori terra, più l’interrato non conteggiato: non è forse evidente che gli edifici esistenti sono cambiati e la legge non è stata rispettata? Voi stessi avete dato la risposta. Dopo le segnalazioni pervenuteVi ed i successivi esposti avete riconsiderato tutto ed avete deciso di annullare il permesso di costruire già rilasciato, di modificare la convenzione della lottizzazione e di emettere nuova autorizzazione che, per assicurare il rispetto del PTCP, prevede la demolizione di altri due volumi senza la ricostruzione. Dunque avete riconosciuto, almeno parzialmente, che il permesso di costruire rilasciato non era legittimo e l’esponente aveva avuto ragione a segnalarlo.
Ma è normale che chi ha torto quereli chi ha ragione?

In conseguenza della modifica apportata l’aumento complessivo di volume risulta ora più contenuto, residuandone, peraltro, una quantità ancora considerevole. Si ricorda che si è fatto riferimento al volume fuori terra, rimanendo inconsiderato quello interrato il quale, in area ambientalmente vincolata, andrebbe egualmente conteggiato.

Tuttavia, non è assolutamente mutato il rapporto con la norma: non si può cambiare le costruzioni che ci sono. Queste sono cambiate nella stessa misura di prima!

Aggiungiamo ora che in area vincolata la demolizione con ricostruzione non fedele è considerata nuova costruzione, restando quindi disattesa anche la prima parte della norma (non è pertanto consentito costruire nuovi edifici). Limitando all’essenziale la disquisizione sulla distanza dalla via Aurelia, con l’osservazione che l’ambito non è di trasformazione e che il piano di lottizzazione non pone alcuna prescrizione planimetrica, così come precisato anche nella convenzione, dobbiamo concludere, in coerenza con il pronunciamento del Servizio Urbanistica di Regione Liguria e dell’Assessore regionale, che le segnalazioni e gli esposti non sono frutto di distorto accanimento.

Buona parte di noi sottoscrittori è artefice, per la stessa pratica, di due esposti dovuti a quello che è loro apparso come un incomprensibile ritardo ad adottare provvedimenti o a correggere totalmente quanto approvato; tutti stiamo confortando quelle argomentazioni: dovremo temere successive querele e accuse di intralciare il lavoro degli Uffici del Comune di Celle Ligure?

2) Un’altra pratica edilizia comportante notevoli criticità riguarda l’ex Hotel Pescetto. Il TAR ne ha confermato diverse e non si è pronunciato nel merito riguardo ad altre. Sarebbe compito dell’Amministrazione verificarle, tenendo presenti le considerazioni del Tribunale.
Ce ne è già a sufficienza per poter dire che gli esposti erano sostanzialmente corretti.

Avendo appena presentato, noi firmatari della presente, un esposto che dovrebbe essere conclusivo, dobbiamo temere, anche per questa pratica, azioni giudiziarie a nostro danno?

Sembra, in conclusione, che ci siano abbondanti ragioni per affermare che non sono i cittadini, impegnati a far valere il rispetto delle leggi, a danneggiare l’onorabilità degli Amministratori e dell’Ente, ma siano questi, piuttosto, a non considerare nel modo dovuto i loro interlocutori e a garantire la trasparenza dei loro comportamenti.

Si ricorda, a tal proposito, che codesta Amministrazione non sempre ha fornito gli elementi per capire, fra l’altro, quanto accaduto nelle gare di appalti pubblici, contrassegnate da anomalie non trascurabili, a partire dal lontano appalto assegnato ad un’impresa di Reggio Calabria tutt’altro che limpida, gravato di aspetti oscuri, che l’attuale capogruppo consiliare di opposizione, allora Sindaco, e l’attuale Sindaco allora Assessore ai lavori pubblici, dovrebbero ben ricordare.

Ci permettiamo ancora di rammentare che un ritardo nell’adottare i provvedimenti previsti dalla legge, ingiustificato per l’esiguità degli elementi da giudicare e per la facilità di giungere alla definizione, ad ogni giorno che passa vede incrementato inutilmente il valore dei lavori eseguiti i quali potrebbero essere destinati alla demolizione.

Distinti saluti.

 

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