Tra il dire ed il fare c’è di mezzo l’amministrare (parte 2)

Con tutti i paletti messi dalla normativa italiana, rispettare il ruolo politico di un’amministrazione comunale dettato dalla Costituzione ed il relativo indirizzo è tutt’altro che semplice.
Ci sono, certo, dei margini di manovra, ma è doveroso ricordare che non sono poi così ampi e che troppo spesso i ragionamenti tecnici prevalgono o si sostituiscono a quelli politici.
Tra le altre cose, in parte accennate, è doveroso citare ancora il crescendo di responsabilità di un Primo Cittadino: come si possono, ad esempio, prendere a cuor leggero decisioni sulle chiusure durante le allerte meteo, memori della tragedia del Rio Fereggiano e delle conseguenti vicissitudini giudiziarie del Sindaco di Genova Marta Vincenzi?
Lo stesso leitmotiv “Eh va beh, se non ci sono soldi si può ricorrere a bandi europei” nasce da presupposti incompleti: in primo luogo occorre avere una struttura dedicata ai bandi, con conseguente personale addetto (che, con un organico depotenziato, non è banale) ed in seconda battuta occorre che gli uffici tecnici abbiano risorse a sufficienza per poter star dietro a tutti i progetti preliminari ed esecutivi.
Le tempistiche dei finanziamenti statali o comunitari sono letteralmente bibliche: basti pensare al progetto ELENA per la sostituzione dei corpi illuminanti partito nel 2013 e che, per problematiche non certamente politiche, visto l’impegno profuso da chi si è succeduto, ancora non ha visto la luce oppure alla riqualificazione del fronte mare di ponente, il cui progetto è stato dichiarato sì ammissibile nel 2016, ma i fondi sono stati sbloccati solamente pochi mesi fa!
“Ma allora…” penserà il lettore “il ruolo dell’amministrazione è quasi inutile!”
Può sembrare una contraddizione ma non c’è nulla di più falso!
Alla fine di questa parentesi amministrativa quasi conclusa, obbligata de facto dalla drammatica situazione lasciata dai predecessori (che, peraltro, ambirebbero in blocco a divenire successori) a far prevalere la necessità di un riordino di conti, di partecipate e di situazioni lasciate in stallo da decenni a causa di situazioni di comodo procrastinate nel tempo, a fare, come dice spesso il mio amico Vicesindaco “le nozze con i fichi secchi”, la politica deve prepotentemente far ritorno a palazzo Sisto!
 Alessandro Venturelli
[continua]
Condividi

Lascia un commento