Stamani il Rettore dell’Università di Genova Federico Delfino è stato vittima di una violenta aggressione verbale da parte degli studenti dell’Ateneo genovese.

Motivo dell’attacco, la richiesta al Prof. Delfino, di rescindere ogni accordo di collaborazione con Israele, attraverso Leonardo e il ministero degli Esteri.
Il Rettore, dal canto suo, ha ribadito che il tema non è all’ordine del giorno e che gli accordi vanno rispettati e mantenuti.
La risposta ha scatenato una serie di epiteti irripetibili che poco hanno a che vedere con una civile protesta.
La mia solidarietà a Federico Delfino, che conosco personalmente e che apprezzo come uomo e professionista.
Vergognoso apostrofare per protesta un uomo chiamandolo, nel migliore dei casi, assassino. (preferisco non ripetere il resto).
L’intimidazione è il mezzo di comunicazione dei vigliacchi, di chi crede nella prevaricazione e di questa vive per far valere le proprie ragioni.
È un metodo decisamente inaccettabile, ancor più se esercitato all’interno di un consesso universitario, depositario di crescita, cultura e civiltà.
Vergognosa la strumentalizzazione fatta sul tema, che ha come amara ricaduta una protesta che si può definire tutto fuorché civile e pacifica.
Ancora più grave, constatare che il gruppo di antisemiti schierato all’ateneo genovese si senta legittimato ad aggredire e insultare, conscio di avere le spalle coperte da certa politica seduta in Parlamento a Roma e ahimè, anche nell’emiciclo regionale genovese.
 Angelo Vaccarezza
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