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E’ ormai consolidato che la crisi dei trasporti marittimi stà diventando un problema sempre più consistente e le soluzioni per l’Italia sono tutte da inventare , studiare , copiare il buono ed il possibile da realtà Nord Europee. Negli ultimi anni i porti europei si sono lasciati trascinare da visioni del futuro dominate dal gigantismo navale credendo che il grande acconsente grandi trasporti e quindi aumentando il tonnellaggio si aumentano anche proporzionalmente i guadagni. Ma sarà proprio così ? Accogliere navi sempre più grosse cosa vuol dire : banchine sempre più lunghe , fondali sempre più profondi e ciò è diventata quasi una ossessione constatabile ai nostri porti ,che ha fatto perdere di vista altre priorità . In oltre ad esempio i porti Liguri non sono mai riusciti a realizzare una integrazione fra di loro e vuoi per la diversificazione strutturale e vuoi per la posizione logistica e non ultima la rivalità fra i responsabili delle Autority in perenne competizione l’un l’altro per dimostrare al prossimo chi è più bravo. Il gigantismo può arrecare danni consistenti ad esempio il porto di Anversa , Zeebrugge hanno un tasso di utilizzazione inferiore del 50% l’aumento della loro capacità non ha fatto altro che aumentare in negativo il tasso di utilizzazione e quindi saranno in perdita cronica. In Italia , nel Mediterraneo,la rincorsa del gigantismo navale sta portando a situazioni grottesche. Progetti di dubbia realizzabilità tengono banco per anni ed anni ,con la pretesa di ricevere risorse straordinarie dai vari governi che di per sé hanno già le idee poco chiare e se poi ci fosse la disponibilità marginale finanziaria di qualche società imprenditoriale,specialmente estera, si arriva a donargli l’opera a spese del contribuente. Seguendo il tema di quanto esaminato,oltre al fattore del gigantismo aggiungiamo la poca chiarezza nel definire un’opera se destinarla ad un terminal Transhipment o Gateway che la differenza è importante anche sul fattore occupazionale, è importante l’infrastruttura di servizio, come anche il retro porto, le linee ferroviarie,come importantissimo il sistema burocratico. In merito a quest’ultimo problema è impossibile capire che un container non si riesca a sdoganare entro e non oltre le 24 ore con tutti i suoi documenti d’appartenenza. Esaminando i dati statistici dei vari porti italiani salta evidente l’influsso negativo della crisi ma è molto difficile cercare di capire questo accanimento nel realizzare la Piattaforma Maersk,che data la situazione pregressa , attuale , futura non ha certamente una prospettiva positiva sia sul piano della funzionalità ,sul piano occupazionale , sul piano economico. Quindi penso sia più che legittimo chiedersi perché la crisi REEFER di Vado è nel dimenticatoio degli esponenti delle varie istituzioni ,perché i tanti addetti in cassa integrazione a rotazione non scuote il pensiero di chicchessia per cercare di riportare qualche linea commerciale cercando di raggiungere la propria potenzialità di 400.000 Teu/anno reintegrando così tutti gli addetti .La situazione attuale ha riportato la struttura in quella situazione che giustificatamente l’avevo battezzata l’aereoporto per gabbiani,e veramente negativamente impressionante. E quindi rimanendo in tema perché accanirsi invece nel realizzare una inutile opera come la Piattaforma Maersk ??? Gigantismo???? La costruzione è iniziata molto lentamente,le infrastrutture sarà un problema futuro,la burocratizzazione è un cancro consolidato molto difficile da estirpare per mancanza di volontà ,il metro cargo forse ne riparleremo al momento è coperto dalle erbacce,la legge N°84/94 non è certamente un ostacolo sono sufficienti 7 punti di modifica e il problema non esisterebbe più A PortoVado all’attracco Reefer-Orsero s’è provveduto ad abbassare il fondale di mt.2,5 per poter attraccare navi da 3000/4000 Teu ,perfetto,a tutt’oggi ha attraccato una sola nave di prova !!!!!!!! Questa è uno stralcio di dichiarazione rilasciata dalla direzione nell’ottobre 2012 : “L’obiettivo della riduzione di capacità è quello di migliorare l’utilizzo delle navisenza perdere quote di mercato. In considerazione del persistente squilibrio fra domanda ed offerta di stiva, Maersk Line ha anticipato che non eserciterà l’opzione per la costruzione delle ultime dieci navi della serie Triple-E da 18.000 teu. Una decisione definitiva sarà assunta entro il corrente mese e comunicata in occasione della presentazione dei risultati di bilancio.” Concludendo mi pare che il problema non sia da sollevare sulla capacità navale ma sul reperire le merci da trasportare

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