SAVONA È DONNA. Seconda puntata del racconto dello scrittore Bruno Lugaro

Prima puntata

SECONDA PUNTATA

La storia narrata e i protagonisti sono frutto  della fantasia dell ‘autore

Primo giorno 135 contatti telefonici. 1754 “like” su Facebook e Instagram impazzito. Sara Petrucci, candidata sindaca, nonché mente di tutto, gongola. Al mercato del lunedì, in corso Italia, le quattro star che di buon mattino firmavano autografi, hanno quasi scatenato una rissa tra i fans. Nella confusione Marco Ripa, disoccupato, tre figli e una moglie invalida da sfamare, si intasca quattro formaggette stagionate e una spalla di prosciutto. Vigili e poliziotti sono troppo presi dal riportare l’ordine per accorgersi del furto. Il salumiere, del resto, è in trance in mezzo alle quattro Dee immortalate  mentre si fanno scivolare in bocca fette di mortadella. In piazza Sisto IV, sotto la finestra del sindaco Manuele Gatti, leader dei progressisti, da un decennio alla guida del Comune, altro show. Le ragazze ballano. La folla di uomini ma non solo, si spella le mani. Gatti, dalla finestra, assiste in silenzio. Il suo vice, Paolo Sitter, impreca. “Queste ci fanno  a pezzi. Oggi è passata dalla loro parte anche la Saroldi, ieri ci aveva mollati la De Fusco”. “Cazzo, dove le troviamo ora le quote rosa?”. “Peschiamo tra i parenti” suggerisce ironico Sitter. “Già, mia moglie, la tua, zia Tina, nonna Carmela…. Le liste chiudono venerdì. Abbiamo solo cinque giorni. Che palle ‘sta storia dello spazio alle donne! Guarda Paolo, tu lo sai che sono un vero progressista ma ‘sta legge va cambiata”. Ci condiziona troppo”. “Possibile che il prefetto non abbia nulla da dire – insiste Sitter – qui si infrangono le regole di una campagna elettorale”. “Sindaco, c’è il vescovo al telefono” lo informa la segretaria. “Buongiorno monsignore. Allora che mi dice?” “Ho appena rilasciato un’intervista ai giornali. Ho manifestato lo sdegno della Chiesa e invitato i savonesi a non cedere alle lusinghe del Demonio”. Monsignor Giovanni Baldi è una specie di don Abbondio. Primo: evitare le grane. Anche perché soffre di crisi d’ansia e a settantasette anni, la cosa non va sottovalutata. Aveva chiesto ai politici: “Tenetemi fuori dalle vostre beghe”. Ma l’insistenza del sindaco è stata tale da spingerlo a convocare i giornalisti. Non rilasciava interviste dal 2017. “Bene, l’elettorato cattolico recepirà il messaggio”  si consola Gatti”. “Tu credi?”. “Eh che cazzo, Paolo, allora sei un menagramo”. “Venerdì usciranno i dati del nostro sondaggio e avremo qualcosa di concreto su cui ragionare” chiude Sitter. VENERDI’. “Non ci credo. Un incubo”. Il sindaco si accascia sulla poltrona come se avesse ricevuto un cazzotto. “La Petrucci è al 53 per cento. Oggi vincerebbe al primo turno. Disastro. Una settimana fa aveva dieci punti in meno. Ti rendi conto Paolo? Maledetti sondaggisti, come le fanno ‘ste interviste? Mi raccomando, questo sondaggio non deve uscire da qui”. “Noi teniamo, sindaco. Siamo attestati al 22 per cento”. “Mi prendi per il culo? Serve una strategia d’attacco subito. Cazzo, sono dieci anni che vado a messa tutte le domeniche per l’elettorato cattolico. A volte ho fatto persino la comunione. Ora il vescovo non può cavarsela con un monito sui giornali. Che chiami tutti i parroci. Domenica devono catechizzare i fedeli”. Nel quartier generale dei conservatori il generale Luca Ambrosini impartisce ordini come fosse in caserma. Ma nessuno se lo fila. E’ lui il candidato sindaco dell’armata razzista, sessista, neo fascista, animalista, qualunquista…. Generale in congedo, 67 anni. Lo chiamano tre dita, perché due se le è falciate con un colpo di fucile, tre anni fa, durante una battuta di caccia al cervo in Ungheria. Al suo fianco c’è sempre la moglie, soprannominata Belfagor per via del look e di una vaga somiglianza con il fantasma del Louvre.

Bruno Lugaro

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