Savona capitale della cultura italiana per l’anno 2027: supercazzola, o idea super?

Leggendo sui social e sui giornali la presentazione del progetto “Savona capitale della cultura” si resta basiti.
Si ha l’impressione che l’amministrazione non parli di Savona, ma di un’altra città, ovviamente di fantasia, ovviamente frutto di un’abile operazione di azione propaganda.
Nel manifesto di presentazione del progetto si legge: “… è una città che guarda al futuro aspirando a diventare la citta dei 90 minuti, dove, nel raggio di 90 minuti a piedi, in treno, in bici o in auto, si può godere di un’offerta turistica, culturale e outdoor unica …”.D’accordo che lo studio sulla viabilità non è ancora neanche ancora impostato, ma un giretto per la città, gli attuali amministratori pubblici dovrebbero iniziare a farlo.
Tanto per portare la mia esperienza, ricordo che martedì scorso, da Corso Colombo a Piazza Mameli, ci ho messo 30 minuti: con l’auto, non a piedi.

Gli amministratori si vantano: “coinvolgimento, partecipazione, dialogo …. 72 incontri per 800 persone coinvolte solo negli ultimi 2 mesi ...”
Personalmente ho partecipato a un incontro che avrebbe dovuto trattare di outdoor.
A metà riunione hanno iniziato a parlare di “Savona città della Cultura” e mi sono chiesta se questo fosse l’argomento della serata, perché non lo avevano mica detto prima! Insomma, ci hanno convocato per discutere di un’argomento e ce ne hanno propinato un altro, totalmente differente.
Gli organizzatori hanno raccolto i contatti dei presenti, riuniti ai vari tavoli programmatici (organizzati in stile Leopolda di renziana memoria) e poi sono spariti.
Sinceramente mi sono irritata, mi sono sentita usata.

L’idea di proporre “Savona capitale della cultura” potrebbe anche essere buona ma mi pare si sia partiti con il piede sbagliato.
Non vorrei che, capitale o non capitale, la cultura a Savona sia gestita da pochi, a scapito dei restanti altri.

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