Perché Tirreno power non ha messo il misuratore SME a camino?

Perché Tirreno Power non ha messo il misuratore SME a camino?
Ha forse qualche timore sui valori che potrebbero emergere?
Come può l’azienda sbandierare il rispetto dei limiti emissivi, quando i dati “sono stati registrati e monitorati dallo stesso gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli”, e sono considerati inattendibili dallo stesso Giudice?
 Da una parte i dati di emissione forniti per anni “in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli” da un’azienda ora indagata,  dall’altra le accurate analisi di periti e magistrati indipendenti: i cittadini sapranno di chi fidarsi.  Nel comunicato dell’altro ieri l’azienda …. 

…afferma come “alla centrale di Vado Ligure sia stato riconosciuto, nello stesso atto di sequestro, il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla legge”.

Ci pare una affermazione errata o quantomeno gravemente incompleta. (*)  I documenti bisogna leggerli per intero e per completezza di informazione riportiamo alcuni passi molto importanti della stessa ordinanza del Giudice (pag 27): “non può tacersi la circostanza che tutti i dati sono stati registrati e monitorati dal gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli da parte delle autorità preposte”;

e ancora (pag 28): “Anche gli accertamenti compiuti di recente inducono a propendere per l’inattendibilità dei dati registrati dal Gestore attraverso lo SME (Sistema di monitoraggio delle emissioni) installato presso la Centrale termoelettrica” (**)

Sono anni che noi come Rete chiediamo con forza i controlli delle autorità alle emissioni al camino e alla luce di queste affermazioni riteniamo di averne davvero motivo.

Sempre nel comunicato di Tirreno Power viene enfatizzato questo nuovo progetto definito “di miglioramento ambientale”, dal quale però ci risulta non si raggiungerebbero tutti i livelli di MTD né da subito e nemmeno fra due anni. Tuttavia per ottenere una “elevata qualità” riteniamo che finalmente ci debba essere una certa e attendibile misurazione per verificare i valori emissivi e confrontarli con i limiti MTD.

Ora, a parte l’autorizzazione ottenuta dal Ministero di sistemare i misuratori alla base della ciminiera, ci domandiamo come mai l’azienda non si sia adeguata alla prescrizione AIA di sistemare i misuratori al vertice del camino, come richiesto anche da ISPRA e dal GIP nell’ordinanza (tanto da condizionare la ripresa dell’attività alla messa in opera del misuratore con controllo di tecnici nominati dal Giudice). Non solo, non troviamo cenni di questo misuratore al camino nemmeno nel nuovo progetto presentato.

Perché l’azienda (pur in presenza di una autorizzazione ministeriale) non ha messo il misuratore al camino?  Eppure sarebbe stato molto semplice aderire alla espressa richiesta del GIP. Non crediamo si tratti di un problema economico per una azienda a cui non mancano evidentemente le risorse  per avvalersi di eccellenti avvocati e di presunti “migliori esperti italiani del settore”.

E allora una domanda si ripropone: l’azienda nutre forse qualche timore sui dati emissivi che avrebbero potuto o potrebbero emergere?

NOTE

(*)   Probabilmente si riferisce al punto dove è scritto” i dati registrati dal gestore non consentono di affermare il superamento delle soglie emissive previste dalla legge e dagli specifici provvedimenti amministrativi di natura autorizzativa.” ma poi continua con altre considerazioni.

Va tuttavia ribadita la lacunosità di tali dati, posto che lo stesso gestore non ha fornito al consulente “le medie mensili delle concentrazioni di SO2, polveri, ed NOx per gli anni dal 2000 al 2012 per le unità a carbone VL3 e VL4”, che non sono stati forniti dati né sul CO per tali unità né sui macroinquinanti relativamente alle unità turbogas VL51 e VL52”, anche se “i dati relativi agli anni 2010 e 2011 sono comunque disponibili tra la documentazione presente sul sito del Ministero dell’Ambiente dedicato all’AIA statale” (ibidem, pagina 266).

Inoltre non può tacersi la circostanza che tutti i dati sono stati registrati e monitorati dal gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli da parte delle autorità preposte; ed invero non vi è traccia del “protocollo condiviso” con le autorità di controllo locali (Provincia di Savona) e/o l’ARPA Liguria, né di ispezioni effettuate da quest’ultime all’impianto ai fini di verifica/controllo di tale aspetto, previsto dai provvedimenti autorizzativi della Centrale “

(**)   Dall’Ordinanza”l’annotazione 6 marzo 2014 del N.O.E. dei Carabinieri di Genova (pervenuta alla scrivente il successivo 7 marzo), che a sua volta richiamava gli esiti dei controlli sopra descritti, rilevava come dagli stessi fosse emersa la inattendibilità e la modificabilità dei dati forniti dallo SME, circostanza particolarmente grave in quanto in grado di inficiare i risultati di tale sistema e, quindi, di non far ritenere validi e credibili i dati delle emissioni fornite dallo stesso”.

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