Per l’Acqua pubblica torna l’incubo della privatizzazione e la responsabilità è tutta del comune di Savona

Le 3 società che gestiscono il servizio idrico nel savonese, Consorzio depurazione (Savona), Servizi ambientali (Borghetto) e Sca (Alassio) non trovano un accordo sulla fusione all’interno di Aps (Acque pubbliche savonesi).
Che sia il comune di Savona a lanciare l’allarme e ad accusare del ritardo Borghetto e Alassio lascia perplessi.
Tutta la storia l’abbiamo già raccontata su uominiliberi. Russo e il presidente di Aps Ferro vogliono  la fusione con le  Acque pubbliche savonesi. Aps, secondo loro,  oltre che ad emettere le bollette dell’acqua dovrebbe incassare  anche gli importi delle bollette stesse.
Servizi ambientali e Sca non vogliono la fusione ma un consorzio con Aps a cui resterebbe solo il compito di emettere le bollette. Gli incassi, invece, verrebbero effettuati dalle società in perfetta autonomia.
Quindi basterebbe che il Comune di Savona accettasse di passare dalla fusione al modello consortile (una cosa perfettamente legittima, lo applicano ad esempio le società pubbliche dell’acqua in Provincia di Cuneo) e l’accordo si farebbe in 5 minuti, ma Russo non vuole perché con la fusione è convinto che Savona prenderà il controllo della nuova società, così nomina chi vuole lui anche lì.

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