“PASQUALE AMETRANO RIFATTI LA FOTO CHE SEI PEGGIORATO!”

Puntuale come la morte, o, se preferite, come le tasse, eccomi pronto a (s)parlare delle minutaglie della politica locale.

Vi sarete accorti che prediligo commentare comicamente (cinicamente) le vicende della Lega, perché sono quelle che mi forniscono più spunti di ironia (amara, ma pur sempre ironia).

Tutti gli altri partiti messi insieme non riescono a produrre altrettante idee brillanti ed iniziative meritevoli (Ohhhh!) come gli adepti del partito del capitone, pardon, del capitano.

Cosa hanno combinato di nuovo questa settimana i fratelli padani?

Una geniale operazione di scouting: riportare nel partito del carroccio il transfuga dott. Giancarlo Bertolazzi, meglio noto come il Che Guevara di Zinola, il Viet Cong dell’arenile savonese, il giustiziere dei titolari di concessioni demaniali balneari.

Come mai al senatore Ripamonti interessa così tanto questo consigliere comunale che potremmo ironicamente definire il “nonno di Giamburrasca”?

Non dimentichiamoci che, solamente sei mesi orsono, il dott. Bertolazzi era stato preso metaforicamente per la collottola e sbattuto fuori dal partito per avere sostenuto, alle elezioni regionali, il (non) candidato leghista Paolo Ardenti, acerrimo nemico del senatore laiguegliese.

Semplice: oramai i consiglieri comunali, eletti cinque anni fa a palazzo Sisto, si sono praticamente estinti, manco fossero “Takahè”: della compagine iniziale sono rimasti in pochini a difendere il fortino padano. L’operazione “recupero dei dissidenti” è pertanto fondamentale per fingere di “serrare le fila” e dimostrare, agli avversari interni al centrodestra (Fdl e Cambiamo) ed ai vertici lumbard, che il carroccio savonese è “vivo e lotta insieme a noi!” (Ohhhh!).

Sembra incredibile, ma ancor esiste qualcuno che cede alle facili lusinghe e crede alle promesse da marinaio.

Entro poche settimane, finalmente, dovrà essere sciolta la “telenovela” del candidato sindaco del centrodestra che, fino ad oggi, ha fatto rimediare ai “capataz” della coalizione una sfilza di rifiuti e di tragicomiche figure. Immagino il tenore delle risposte fomite dalle persone che, da un po’ di mesi a questa parte, sono state via via contattate dai maggiorenti: “sì … sì … ma … però, forse … prima devo chiedere a mia moglie … La richiamo io, La richiamo io … mi scusi ma sono impegnato in un’assemblea condominiale … non mi prende il cellulare … e via di seguilo con le scuse per tagliare la conversazione!”

Nel corso dei mesi, settimana dopo settimana, dal piano A, la deriva ha imposto la messa in atto dei piani di riserva B, C, D, ecc. ecc.

Per conto della Lega, ad affiancare i senatori Bruzzone e Ripamonti nell’operazione di casting, ora si è aggiunto anche il consigliere regionale dott. Brunetto, forse confidando nei suoi personali contatti con i primari savonesi ed il mondo della sanità “pre e post burlandiana”.

Insomma. tutto fa brodo, nella speranza di trovare finalmente una quadra al problema e dare una qualche risposta ai vertici romani della Lega, sempre più nervosi ed impazienti di capire cosa stia succedendo ne! savonese.

La Stalingrado leghista rimane comunque Loano.

Lì, si vince, o si perde, la guerra (per la pagnotta e per la gestione del prossimo piano regolatore comunale). La città di Savona, per i vertici territoriali, conta poco o nulla, rispetto al ponente.

I veri scontri politici si combattono da tempo solamente in riviera e saranno propedeutici addirittura per decidere le sorti delle prossime elezioni regionali, quando ci sarà una pletora di (ex) parlamentari savonesi, imperiesi e spezzini rimasti a spasso, a cui occorrerà trovare una nuova occupazione … ovviamente non in fabbrica od in un ufficio, perché è vero che il lavoro nobilita l’uomo (e la donna), ma un ruolo da assessore è certamente più redditizio.

Eppoi il potere è sempre il potere.

Non a caso un famoso detto siculo recita “cummannari è megghiu ca futtiri” … dipende dai punti di vista, ma per qualcuno è realmente così.

Al prossimo giro, alcuni di lor signori sognerebbero di staccare e reincollare le proprie fototessere del pass da parlamentare su quello da assessore regionale, per spostare le proprie terga dai triclini romani alle “ostaie zeneisi”.

Ma gli anni di libagioni li hanno imbolsiti.

Me li immagino fermi, in attesa del controllo dei documenti di identità all’aeroporto, in occasione del rientro in Padania, provenienti da Roma (ex ladrona), mentre si sentono apostrofare dalla security, alla stregua dell’emigrante Pasquale Ametrano, in “Bianco, Rosso e Verdone”: “RIFATEVI LE FOTO CHE SIETE PEGGIORATI!”

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