L’ex consigliera Milena Debenedetti scrive al sindaco di Savona

Milena Debenedetti

Signor Sindaco,

non sono una bastian contrario a tutti i costi, non sono una fautrice del tanto peggio tanto meglio, lo dimostra l’impegno positivo sociale e ambientale che ho avuto per tanto tempo e continuo ad avere, anche quando, come dire, i venti si dimstrano ostinatamente avversi. Sarei felicissima se la città in cui ho vissuto dalla nascita fosse Capitale della Cultura, e mi adopererei volentieri in tal senso, se potessi.
Però mi consenta un minimo di perplessità. Pare ovvio dire che alle parole, tante tante parole, dovrebbero seguire i fatti. Anzi, perché no, precedere.
Parla di “completare la transizione”. Sorge spontanea la domanda: perché, è mai iniziata? Non me ne sono accorta, a dire il vero. Non ho percepito nulla di più e di meglio rispetto alle passate amministrazioni, di qualsiasi colore fossero. Anzi, ogni volta che ritorno nella città appena lasciata, percepisco degrado. Degrado nella sicurezza urbana, nella gestione dei rifiuti, nel verde pubblico. Non ha iniziato questa amministrazione, eh, la deriva è di lunga data… ma di certo non ha invertito alcuna rotta, o almeno non in modo significativo, o almeno, i peggioramenti prevalgono sui miglioramenti.Perché vede, signor Sindaco, a parte l’ovvia considerazione che prima si parte dal decoro urbano e sociale, dalla qualità della vita e della sicurezza dei cittadini, e poi si costruiscono i grandi progetti (per ora neppure sulla carta). Non che prima si pedonalizza con grandi disagi, anche una strada poco significativa ma essenziale per il traffico, e poi, con calma, si pensa di mettere mano al PUMS. Ma anche, e soprattutto, si deve dare un segnale di inversione di tendenza, purchessia. Rispetto ai progetti fallimentari e costosi, a costo di avere il coraggio in qualche caso di rinunciare a finanziamenti o cambiare progetti: piazza Diaz, coi ritardi, le opere mal realizzate; la passeggiata a raso del lungomare, lo scandalo Aurelia bis. Rispetto alle speculazioni e alle nuove cementificazioni riproposte con qualche “zuccherino”: di nuovo porticciolo Margonara e pomposo water front di levante? Di nuovo Binario Blu, e gli si fornisce la mitigazione di rischio idraulico, come sempre accade a precedere, a spese pubbliche? Di nuovo palazzoni negli ex Solimano?Questo non è “mettere a posto” questioni lungamente in sospeso, questo è accelerare quello che, evidentemente, era in stato di impasse perché non più adeguato ai tempi e alle esigenze cittadine, ma solo nel cuore e nel portafoglio degli speculatori. Questa è continuità, disastrosa continuità, invece di scelte coraggiose. Altro che transizione.
La nuova gestione dei rifiuti, con annesso pasticcio di Cima Montà, farà lievitare i costi, salassando i savonesi e rischiando di uccidere ciò che resta del commercio. Sarei anche contenta se poi il servizio migliorasse, e i costi si riducessero, ma… se siamo a questi punti, se si è ereditata una situazione tanto disastrosa, possibile che non sia colpa di alcuno, e a pagare debbano essere solo i cittadini? Possibile considerare chiusi i conti col passato, senza alcun accertamento di responsabilità?
E come la mettiamo con la piattaforma di raccolta, necessaria, dove per non scontentare nessuno e ingraziarsi i leginesi si è scelto di non scegliere, anzi, di ritardare i progetti del depuratore?
In una città in cui crollano ventilatori dai soffitti degli asili, gli stessi in cui magari si spende su progetti europei di aria fritta, anziché sulla manutenzione. In cui non si attiva il prescuola, indispensabile per i genitori che lavorano, per ritardi nel bando. In cui il servizio scolastico dagli asili nido in poi, una volta gioiello cittadino, ora depauperati, è sempre più in affanno, a corto di risorse, di strutture, di personale, mentre le sfide e le necessità aumentano (ed è questa la vera accoglienza, la vera integrazione, che occorrerebbe perseguire! Non bastano le festicciole di quartiere nei vostri circoli tanto autocompiaciuti). In cui, in buona sostanza, non si parte dalle basi, e ho fatto solo alcuni esempi, mi pare che il fiato sia già corto, per proseguire nella corsa. A meno che basti un’ondata, un diluvio torrenziale di parole al vento. Come da poco ex savonese, vorrei augurarmelo. O forse no.
Milena Debenedetti ex consigliera del M5S
Condividi

Lascia un commento