La Società Libertà e Lavoro di Lavagnola

UN CITTADINO DI LAVAGNOLA HA SCRITTO A L’ECO
Gentile Direttore,
ho deciso di scrivere alla Sua testata per porre all’attenzione della città e della provincia una questione che mi sta a cuore. Sono un cittadino residente nel quartiere di Lavagnola, da ormai mesi mi trovo tristemente a verificare la chiusura di un importante centro aggregativo, almeno per  il passato, dl quartiere, la Società Libertà e Lavoro.

 Il nostro vecchio Club Operaio, sede storica delle associazioni, dell’Anpi, dei partiti del centrosinistra, nato con i principi del mutualismo e della solidarietà ha abbassato le serrande nell’ottobre scorso e nulla sembra mutare.

Inutile ricordare ciò che la Società ha rappresentato in passato, per la solidarietà, per la lotta operaia, per le attività ricreative e per il quartiere.

La settimana scorsa sono andato a riprendere in mano un volume che venne pubblicato in occasione del Centenario del sodalizio, tra le pagine ho trovato la data di fondazione dell’allora Club Operaio, 14 novembre 1881. Significa che quest’anno si sarebbero festeggiati i 130 anni, anniversario che il vecchio Club ha celebrato con le porte chiuse, tra l’indifferenza generale, forse anche degli organismi dirigenti.

Dimenticare questo anniversario, non è di per sé una questione di mancanza di una celebrazione formale, ma è un segnale molto grave per la mancanza di riconoscimento dl ruolo politico e aggregativo che la società ha ricoperto, non soltanto per i soci ma per il quartiere, per la cittadinanza, per la città.

Si legge spesso sui quotidiani e su volantini di iniziative di solidarietà portate avanti da altre società di mutuo soccorso, spesso anche a favore di altri sodalizi in difficoltà, di associazioni per progetti all’estero; queste realtà non hanno mai perso il contatto con il territorio, con i cittadini, con i soci, con le altre società, trasformando il vecchio mutualismo in solidarietà.

La Società di Lavagnola negli ultimi dieci anni si è chiusa tra le sue mura, che non risuonano più di voci di bambini, di musica da ballo, di risate e anche di “mugugni”, ma solo di un assordante silenzio.

Alle autorità cittadine, alle altre società di mutuo soccorso, all’associazionismo tutto, ai cittadini del quartiere e della città l’invito a riappropriarsi della Società, stimolando il dibattito sulla questione. 

Un cittadino di Lavagnola

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