La pesca va chiusa, non aperta

L’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) si chiede dove vivano il governatore Toti e l’assessore regionale alla caccia e pesca Alessandro Piana; invece di tenerla chiusa per l’eccezionale siccità domani si apre come se niente fosse la pesca nelle acque interne della Liguria; e nel quasi vuoto lago di Osiglia a metà marzo. Forse non sanno che i pesci vivono nell’acqua ?

Senza la minima vergogna la Regione Liguria continua a regalare la fauna ittica che ancora sopravvive nelle pochissime acque interne liguri; è stata abolita la licenza di pesca e basta avere un versamento di poche decine di euro, ulteriormente ridotti agli ultra 65enni e azzerati per giovani fino a 16 anni e disabili ed un tesserino dove segnare le catture; nessuna conoscenza tecnica ed ecologica viene richiesta a queste persone, secondo il più bieco sfruttamento dell’ambiente e dei suoi esseri viventi; quasi nessuna categoria di cittadini che sfrutta un bene pubblico, a parte i cacciatori, viene favorita così dalle istituzioni.

Nel rilevare il silenzio delle associazioni animaliste ed ambientaliste, OSA lamenta la pratica dei ripopolamenti, a cura della regione e delle associazioni dei pescatori, con migliaia di poveri pesci d’allevamento, liberati poco prima delle aperture in acque e condizioni a loro sconosciute, necessari per garantire ai pescatori, per fortuna sempre meno, prede facili in nome di un consumismo disgustoso a danno di esseri viventi che hanno la sfortuna di essere muti; in questo modo è quasi completamente sparita la preziosissima fauna ittica originaria, inquinata o sostituita dal cosiddetto “materiale ittico” di ripopolamento.

Aumenta soltanto il bracconaggio, favorito dalla riduzione del personale di vigilanza regionale su caccia e pesca attuato dai governi regionali succedutisi negli anni (centrosinistra e centrodestra uguali), per la comodità dei bracconieri “storici” locali, rinsanguati da molti immigrati di origine balcanica.

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