Italia Nostra: “Ripensare la costa, strutture amovibili e meno cemento”

Il primo convegno dedicato alla ricostruzione dopo la furiosa mareggiata. Un ristorante di lusso non deve per forza stare sulla spiaggia, serve buon senso

 “La verità è che ripensare con nuovi criteri la ricostruzione del nostro litorale toglierà ad amministratori e politici l’alibi per ricorrere, come troppo spesso è avvenuto in questo paese e anche in Liguria, alla cultura dell’emergenza, e ai soldi che l’accompagnano”.

Italia Nostra lancia ai Comuni, alla Regione e agli imprenditori del settore turistico balneare una sfida importante. Accadrà sabato a Palazzo Rosso, a partire dalle 15.30, in occasione del convegno “La Liguria dopo la mareggiata: dobbiamo cambiare qualcosa?”.

La strada, quasi obbligata, è quella della riduzione del cemento e di interventi da modulare caso per caso, senza idee prefissate ma a seconda della situazione.

“Ma soprattutto – dice Roberto Cuneo, presidente regionale di Italia Nostra – torniamo a trattare la spiaggia come spiaggia e non come un quartiere della città. Se chiediamo alle spiagge di essere piscine, centri spa, ristoranti, campi da calcio, allora quanto accaduto con l’ultima mareggiata si ripeterà. Questo non vuol dire negare dei servizi, e perché no anche di lusso, ma ricordandosi prima di tutto delle caratteristiche del luogo. Non è un obbligo avere dei maxi ristoranti sull’arenile, e lo si dovrebbe capire prima che le onde lo devastino”.

La proposta che Italia Nostra presenterà “è figlia del buon senso”.

“Cogliamo come occasione l’arrivo dei soldi post mareggiata – spiega ancora”  “Cuneo –cerchiamo di canalizzarli in modo intelligente tenendo presente che non ci si può più nascondere dietro ad eventi eccezionali, ma bisogna da oggi misurarsi con scenari secolari e considerare che il passato si ripete, sì, ma in modo diverso”.

Quindi, la parola d’ordine è flessibilità.

“La terribile mareggiata ha creato un unico panorama di devastazione ma con varie forme – prosegue Cuneo -. Nel momento in cui si dovrà ricostruire chiediamo che lo si faccia valutando vari aspetti se ricostruire, se ricostruire” “nello stesso modo e nello stesso punto, con le stesse

soluzioni architettoniche. Oppure lasciare libera la spiaggia, arretrare determinati servizi, adottare tecniche di costruzione che potranno anche contemplare strutture di protezione rigida come il cemento, ma soprattutto alternative “morbide”, in particolare strutture amovibili e quindi “leggere”, di minor impatto”. Cuneo cita come esempio di gestione sbagliata il caso del chiosco sulla spiaggia di Savona sotto la fortezza del Priamar: “Venne autorizzato dal Comune nel 2003 “nonostante molte perplessità e a fine ottobre la mareggiata lo ha devastato. Ora i titolari chiederanno un risarcimento e nuove autorizzazioni per ricostruirlo e in questo modo proseguiremo nelle scelte sbagliate. Credo che in qualche modo si dovrebbe arrivare anche ad assicurazioni private da eventi naturali. Saranno i periti delle compagnie a decidere se determinate strutture siano più o meno a rischio, stabilendo così tariffe diversificate”.

Al convegno interverranno anche docenti come Roberto Bobbio e Giovanni Besio, funzionari della Regione come Corinna Artom e dei Comuni come Isabella De Benedetti di Chiavari e Ernesto Schivo rappresentante dei balneari di Alassio.

“Abbiamo invitato anche amministratori regionali – spiega Cuneo- ma vincolandoli a una reale partecipazione e non ai consueti saluti con passerella e fuga dopo dieci minuti.

Vedremo se e come vorranno partecipare…”.

MARCO PREVE da La Repubblica

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