ANIMALISTI NON AMBIENTALISTI?

ANIMALISTI  NON  AMBIENTALISTI?
Le buone ragioni di chi ama e protegge gli animali da compagnia e assiste le colonie feline devono per forza confliggere con la tutela dell’ambiente?
Così pareva durante l’ultimo Consiglio comunale, in cui si approvava il “Regolamento della convivenza civile”.
 Lo sdegno degli  animalisti si appuntava non sulla mancanza di aree verdi e di aree canine, non sulla scarsissima  igiene messa in atto da ATA,  ma soprattutto sulla famosa “bottiglietta” (da portare con sé per diluire le deiezioni liquide dei cani)  che peraltro non è entrata nel Regolamento, perché non l’ho neanche mai richiesto: era solo un esempio uscito durante una seduta di Commissione, che il giornalista di turno ha recepito  come “obbligo”  costruendoci sopra un caso.
Eppure i Cittadini  -nella stragrande maggioranza non proprietari di cani – hanno il diritto  di camminare sui marciapiedi puliti (per fortuna quasi tutti ormai raccolgono le deiezioni e si spera che ATA incominci a lavare  meglio) e non maleodoranti (qui basterebbe indurre il cane  a urinare nelle cunette).
IN QUALSIASI CITTA’  EUROPEA  E’ SEGNO DI  RISPETTO RECIPROCO EVITARE DI SPORCARE UN BENE COMUNE (quali sono gli spazi pubblici e i marciapiedi)  CON  RIFIUTI, MOZZICONI  E DEIEZIONI.
Mi si accusa di non svolgere una politica animalista. Ma le battaglie che stiamo conducendo in difesa dell’ambiente (no alla cementificazione, stop al consumo di territorio, no all’inquinamento atmosferico, no al dissesto idrogeologico, sì ad aree verdi e zone pedonali, sì a aree canine diffuse in tutta la Città, sì alla raccolta differenziata spinta, sì all’elettrificazione delle navi in porto, ecc.) non garantiscono forse una migliore vita a tutti gli abitanti, umani e animali?
L’argomento si presta troppo facilmente a speculazioni demagogiche (vero, Bracco e Larosa?).
In una comunità avanzata sono basilari il dialogo e il rispetto delle esigenze di tutti.
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