Il fim della settimana: L’uomo senza sonno

L’uomo senza sonno, un film di Brad Anderson. Con Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Aitana Sánchez-Gijón, John Sharian, Michael Ironside.

Titolo originale El maquinista. genere psichiatrico, durata 102 min. – Spagna 2004. uscita venerdì 19 novembre 2004.

Trevor Resnik (un eccezionale Christian Bale), single, operaio metalmeccanico lavorante in una piccola fabbrica manifatturiera, soffre da un anno  di insonnia, un disturbo aggravato da manifestazioni di forme di paranoia anche gravi, che lo portano a vedere cose che non esistono: seppur esse sono sempre in qualche modo in relazione con le questioni che più lo affliggono al momento e rappresentano quindi un compromesso sintomatico tra disagio della realtà e via di fuga da una resa annichilente nei suoi confronti.

L’operaio andrà incontro sul lavoro a seri problemi di adattamento e concentrazione sulle macchine, finendo per provocare gravi incidenti e inquietudine a tutto il reparto compreso i capi. Trevor verrà licenziato e romperà anche con la sua donna, una prostituta che si era presa cura di lui e che stava per abbandonare il suo mestiere per stare con lui.

Ma perché Trevor è affetto da quei disturbi, quali sono le cause, cos’è che lo tormenta fino al punto di portarlo a una lenta autodistruzione?

L’operaio è un pirata della strada, è afflitto da un grave senso di colpa per aver ucciso un bambino sulle strisce, alla guida della sua auto. A volte per questo trauma si autopunisce, a volte ha invece fantasie di morte verso gli altri, quelli più legati alla vita della vittima.

Il senso di colpa di cui non capisce più il senso perché ha rimosso il trauma che ne sta alla radice, fa oscillare i suoi pensieri tra il masochismo più severo di tipo moralistico e il sadismo giustizialista più estremo, rendendo la sua vita un inferno, finché un giorno dopo essere stato anche lui investito da una macchina di cui era riuscito poi a prendere il numero di targa e averne denunciato il comportamento, gli vien fatto notare dalla polizia che il numero di targa che ha dato corrisponde alla sua macchina, un auto spider rossa che come risulta dai verbali aveva a suo tempo rottamato,  dopo l’incidente col bambino.

Trevor è ormai alle strette, di lì a poco capirà cosa gli è veramente accaduto, come ha ucciso quel bambino, e la conseguente rottamazione dell’auto nel vano tentativo di cancellare tutto.

Il dolore a quel punto sarà grande, depurato da ogni follia ingannatrice,  e purificherà la sua colpa, cosa che lo porterà a consegnarsi alla polizia ponendo fine al suo senso di colpa.

Film dal tono psichiatrico, ma che meglio si intende, leggendo tra le righe qua e là, in chiave psicanalitica.

Ottimo film culturale, mai banale e senza alcuna preoccupazione di dover spettacolarizzarne gli intrecci.

 Biagio Giordano

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