Dopo la mareggiata: riflessione su come orientare la ricostruzione

Tutta la costa ligure è stata duramente colpita dall’ultima mareggiata. Ora stiamo valutando i danni. Ma sarà bene approfondire qualche riflessione prima di impiegare i rimborsi.

Vale la pena di ricostruire senza se e senza ma, com’era e dov’era? Non dovremmo, invece, senza rinunciare ad un settore di sana e ricca economia, avviare una riflessione su come fare per operare ed agire per un futuro più sicuro, in quanto più rispettoso delle dinamiche degli elementi naturali, tenendo conto di una preoccupante evoluzione climatica?

Non si potrebbe condizionare l’erogazione dei soldi di compenso dei danni alla realizzazione di strutture più pensate e condivise?  Invece di rifare uguali le strutture danneggiate, in attesa della prossima mareggiata, non potremmo sviluppare progetti più meditati?

Crediamo che l’equilibrio con il territorio non sia connesso a forme di sfruttamento violento: muri, dighe, ripascimenti, e, se non bastano, più muri, più dighe e più ripascimenti, ma crediamo che sia connesso a più progettualità e più rispetto. E’ così brutto il nostro mare da avere bisogno di assomigliare alla città?

Per i motivi sopra esposti il Consiglio Regionale di Italia Nostra ha organizzato il  Convegno “La Liguria dopo la mareggiata: dobbiamo cambiare qualcosa?”, che si terrà il 26 gennaio dalle 15,30 alle 19 nell’Auditorium di Palazzo Rosso.

Alle relazioni iniziali degli universitari Roberto Bobbio e Giovanni Besio, seguiranno quelle di Ernesto Schivo (bagni marini) e di Corinna Artom e Isabella De Benedetti, rappresentanti degli enti locali Regione e Comune. Seguirà il dibattito con gli interventi di associazioni e di altri enti

Roberto Cuneo     Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra

Italia Nostra Liguria – Piazza Fontane Marose 6/4 – 16123 Genova

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1 thought on “Dopo la mareggiata: riflessione su come orientare la ricostruzione

  1. L’erosione della costa ligure è un problema che è iniziato già da molto tempo peggiorando sempre più anno dopo anno ed obiettivamente bisogna prendere atto che il contributo umano al processo della modificazione climatica è stato molto influente. Molti anni orsono quando si voleva costruire il porto Svizzero a Capo Vado avevano sbagliato il posizionamento della diga foranea poi il progetto s’è fermato e piano piano incominciò l’erosione della spiaggia a ponente delle fornaci ed oggi ciò che è rimasto è sotto gli occhi di tutti.
    Con il progetto Piattaforma Maersk la diga foranea è rimasta dove era l’erosione è continuata ma ciò che lascia perplessi che se dovesse essere realizzata una nuova avendo risparmiato 6o milioni di euro avendo concesso la modifica dell’accordo di programma e cioè da piazzale su pali a terrapieno,grossissimo errore e non unico dimostrato in occasione della mareggiata d’ottobre. Le possibilità di arginare questo problema di erosione ne esistono dipende solo dalla volontà umana sperando che l’influenza del dio moneta non abbia il predominio.

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