Dal SECOLOXIX: I trent’anni delle fioriere comunali. Da corso Italia al cimitero e ritorno

Pubblichiamo l’articolo del bravissimo giornalista Ermanno Branca che sul SECOLO XIX e LA STAMPA in modo ironico tratta delle fioriere del 1993 riciclate dalla giunta Russo

Savona: comprate nel 1993, buone per tutte le occasioni

I trent’anni delle fioriere comunali

Da corso Italia al cimitero e ritorno

LA STORIA ERMANNO BRANCA SAVONA

A volte ritornano. Anzi, nel caso delle fioriere, si può dire che non siano mai davvero andate via. I vasi di cemento utilizzati dal Comune per chiudere le strade appena pedonalizzate rappresentano un vero e proprio cavallo di battaglia di Palazzo Sisto. Una sorta di canottiera di lana della nonna che viene rispolverata di tanto in tanto per risolvere le emergenze. L’esordio fa ormai parte della storia. Era il 1993 quando l’assessore al Traffico della giunta Tortarolo Giancarlo Berruti tornò orgoglioso dal Piemonte con una camionata di fioriere che servirono per chiudere al traffico corso Italia e piazza Sisto IV. Pare fossero 120. Una conquista ambientale e culturale pagata a caro prezzo da quella giunta di sinistra che di lì a poco dette le dimissioni. Le fioriere vennero rimosse a furor di popolo dal sindaco Francesco Gervasio che per non sprecare i soldi spesi del Comune, le parcheggiò al cimitero di Zinola. In seguito vennero utilizzate come arredo urbano di varie periferie (piazzale Moroni, Lavagnola) e persino al Santuario dove però gli abitanti quando le videro comparire nel 2002, insorsero e chiesero aiuto al Gabibbo. I vasi di cemento però tornarono più volte alla ribalta. E’ sempre del 2002 il trasloco di parte delle fioriere sugli spalti del Priamar, per interdire l’accesso delle parti pericolanti della fortezza. Anni dopo vennero utilizzate all’imbocco del Luna Park o delle fiere per evitare il pericolo degli attentati kamikaze con i camion. Ora sono tornate alle origini, per chiudere al traffico corso Italia in attesa che arrivino i nuovi arredi, si spera più aggraziati. Naturalmente i negozianti ne fanno una questione di sostanza, più che di forma. Nel senso che l’arrivo delle fioriere ha coinciso con la dipartita degli incassi. Forse fra qualche anno i loro successori coglieranno i frutti della pedonalizzazione ma nel frattempo è dura pagare le commesse e le gabelle comunali. Anche l’aspetto dei vasi di calcestruzzo, però, grezzi come i palazzoni dell’ex Unione sovietica, non giova. Nel frattempo il Comune sta studiando seriamente il problema. E’ stata appena indetta una Commissione che dovrà stabilire come fare la Commissione sulla Ztl. Quando si entrerà nel merito del problema, non si sa.

Ermanno Branca da il SECOLOXIX e LA STAMPA

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