Considerazioni sullo scoppio della guerra dell’acqua tra Savona, Alassio e Borghetto

Aps (Acque Pubbliche Savonesi) è formata dal il 50% dal consorzio del depuratore di Savona, per il 30% dalla Servizi Ambientali e per il 20% dalla Sca di Alassio.
Giovanni Ferro è il presidente nominato un anno fa dal Sindaco Russo
il consiglio di amministrazione è composto da Barbara Balbo (presidente Servizi Ambientali) ed Emanuela Preve (presidente SCA)
Le 3 società pubbliche entro il 31 dicembre dovranno fondersi all’interno di Aps.
Se non avverrà sarà inevitabile il commissariamento, una gara aperta e l’ingresso dei privati.
Dopo 2 anni e parecchie riunioni non c’è ancora stato nessun accordo tra le 3 aziende.
Dopo aver letto l’articolo del SecoloXIX sulla riunione di ieri raccontiamo quella che secondo noi sta succedendo:
Il presidente Ferro, da l’impressione di voler far saltare il banco e Russo probabilmente o non l’ha capito o non vuole rimangiarsi la nomina di Ferro.
Ferro non ha predisposto nessun atto per realizzare la fusione (ci vogliono 7 o 8 mesi da codice civile per realizzarla) e ha fatto arrivare dicembre per mettere sotto scacco Sca e Servizi ambientali (cioè i comuni di Borghetto, Loano e Alassio) e far approvare un regolamento interno la cui bozza è stata fatta da lui senza il coinvolgimento dei membri del cda che rappresentano le società del ponente.

Bozza che trasforma sostanzialmente la fusione in un consorzio in cui Aps controllerebbe tutto. Naturalmente i due consiglieri si sono rifiutati e hanno preparato una serie di emendamenti in cui ogni società, se non si va alla fusione, si gestirebbe da sola e Aps farebbe solo da coordinatore
E allora ecco che è scattata la reazione di Ferro e Russo: non ci date pieni poteri al consorzio depuratore delle acque tramite Aps e allora non facciamo il rinvio del termine per fare la fusione.
Quello di Ferro, però, è un bluff a meno che non si renda conto che senza la fusione sarebbe la rovina. Dovrebbe pagare i danni alle 3 società perché senza la fusione decadrebbe la concessione che vale 360 milioni di euro solo in termini di lavori, più il volume di fatturato da oggi fino al 2049 termine della concessione
Senza dimenticare, come ricorda l’avvocato Bonifacino, ex presidente del Consorzio depurazione delle acque, quello che ha scritto la Corte dei Conti al Comune di Savona: la fusione non può più essere rinviata (vedi immagine a fianco)
Viene da chiedersi: Perché Ferro rischia di andare alla gara europea per gestire l’acqua a Savona?
A chi interessa l’acqua di Savona? Forse a chi gestisce già le acque di Genova e La spezia?

Dal SECOLOXIX leggete quello che è successo ieri alla riunione

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