Che l’inse?

Cosa significa? “Volete che cominci?” con una traduzione molto libera. Una costruzione dal genovese antico, ma dal suono minaccioso e galvanizzante per il popolo.
Una sorta di “volete la guerra?“… La rivolta di Portoria si associa, infatti, proprio a questo urlo, ed a questo figgeu dal forte carattere, tipico Zeneise. Stiamo parlando Giovan Battista Perasso, o Giambattista, detto Balilla (Genova, 1735 – Genova, 1781), è stato un patriota della Genova del 700
Perché questa lunga premessa?
Semplice la situazione politica sociale,  fa pensare che purtroppo noi cittadini, ci siamo abituati a tutto:
Promesse non mantenute, ingiustizie sociali e una classe politica che pensa solo e sempre alla propria poltrona e mai agli interessi generali.
Vedete è questa rassegnazione che ci sta avvolgendo che fa male al Paese.
Non c’è più passione politica, la voglia di combattere pacificamente ma fermamente per le proprie idee.
Chi ha a cuore come il sottoscritto la democrazia invece si preoccupa quando sente mettere persino in discussione i valori fondanti della Repubblica.
Una sorta di revisionismo che fa male soprattutto alla Democrazia.
Il 25 aprile è una ricorrenza importante che ci deve fare riflettere, perché si ricorda il ritorno alla libertà, che fu negata dal nazifascismo per oltre 20 anni.
Deve essere la festa di tutti, certamente, ma non rivedendo i ruoli. C’erano gli invasori, i fascisti e c’erano coloro donne uomini che lottavano per ridare libertà e democrazia.
Ricordiamo che tra le forze partigiane c’erano i comunisti, quelli di Azione, i democristiani, i liberali e i monarchici. Chi non riconosce i valori della resistenza è evidente che sotto sotto fa il tifo per gli altri.
Quel ragazzino che scaglia la pietra contro gli austriaci da inizio alla rivolta.
Duecento anni dopo quello spirito viene emulato dai Genovesi che con solo le loro forze liberano la città dai nazisti.
No, non accetto che venga messa in discussione la guerra di liberazione, ne ora ne mai anzi dobbiamo tutti senza distinzione di ruoli ricordare raccontando ai figli ai nipoti quella storia, fatta di atti eroici, di donne e uomini che hanno donato la vita per affermare i principi di libertà, democrazia e uguaglianza.
Per cui a certe basse insinuazioni di questi giorni rispondo con quanto fiato ho in gola:
W IL 25 APRILE.

Roberto  Paolino

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