Celle Ligure. Sintesi del ricorso di Italia Nostra sulla trasformazione dell’ex Albergo Pescetto

Con riferimento al Ricorso al TAR Liguria, R.G.R. N. 401/2020 Avv. Gaggero (a sostegno della Proprietà) e N. 405/2020 Avv. Croci (a sostegno del Comune di Celle) e proposti contro la Provincia di Savona per l’annullamento del PDC avvenuto con DD n. 1130 del 12/5/2020 e della SCIA avvenuta con DD 1631 del 17/07/2020, interveniamo quale associazione di livello nazionale (10.000 soci 200 sezioni in Italia) il cui scopo è il sostegno all’art. 9 della Costituzione italiana in cui si afferma che la Repubblica tutela il paesaggio, la cultura e i beni culturali in generale.

Come emerso nelle recenti elezioni regionali è ormai ben consolidato nella popolazione ligure il sentimento di avviare un nuovo periodo e una nuova sensibilità per le questioni connesse con l’uso del territorio. La limitazione del consumo di suolo e la tutela di un paesaggio sempre più difficile da percepire, sono ormai un patrimonio prioritario della sensibilità collettiva. Questi aspetti sono prima stati acquisiti in altre collettività ma ormai sono maturati anche in Liguria.

Ci sono diversi aspetti in questo progetto nei quali ravvisiamo che l’art. 9 della Costituzione non sia stato rispettato.

Trasformazione da Albergo a seconde case

Celle Ligure è un comune tra i più squilibrati dell’intera regione per quanto riguarda il rapporto tra seconde case e il patrimonio edilizio complessivo (secondo i dati regionali il 57% del patrimonio edilizio di Celle è di seconde case). In Alto Adige, nelle zone più colpite dal fenomeno “seconda casa” la Provincia ha deliberato il limite di seconde casse pari al 10%. In Svizzera hanno messo il limite del 20% ed è assurdo che a Celle, con il 57% di seconde case e con i grandi progetti di trasformazione delle colonie in corso, il comune insista a consentire la trasformazione di alberghi (che danno lavoro e reddito) in seconde case che costituiscono un aggravio infrastrutturale e gestionale. Consideriamo questa riconversione un errore strutturale, soprattutto per quanto riguarda alberghi che non sono compresi tra le unità per le quali è già prevista la possibilità di svincolo, come in questo caso. È ormai evidente che il percorso positivo sia la riconversione contraria, da seconde case a piccole unità alberghiere. Né è da opporre la presunta antieconomicità degli alberghi di piccola dimensione, visto che in riviera operano centinaia di queste unità. Certo lo stesso volume trasformato in seconde case può dare un utile maggiore, ma in tale caso si tratta di speculazione in danno del bene comune.

La perdita di un esercizio alberghiero costituisce una diminuzione della capacità economica di una collettività, ha quindi una rilevanza politica e deve avvenire nell’ambito di una revisione a livello regionale e non può avvenire semplicemente su iniziativa dei proprietari.

Mancato rispetto dell’Aurelia come arteria paesaggistica

Il manufatto è collocato sull’Aurelia, nel centro storico; ciò comporta la necessità di una particolare attenzione verso gli aspetti paesaggistici. L’Aurelia infatti è tutelata da una specifica legge che non si applica in alcuni centri urbani, come quello di Celle Ligure, ma che dovrebbe comunque orientare ad un minimo di attenzione nei centri di maggiore interesse paesaggistico, come Celle Ligure.

In questo progetto questo aspetto non è assolutamente considerato ed il volume in costruzione incombe oppressivamente sulla Via Aurelia, senza consentire il necessario respiro e arredo di giardino. Addirittura i volumi dei balconi sono stati aggiunti sul lato dell’Aurelia peggiorando una situazione già opprimente. Con questo intervento l’attraversamento di Celle, gradevole nella zona dei Piani, diventa sgradevole e oppressivo, con svalutazione dell’attrattività complessiva della cittadina, che è, invece, sempre più dipendente dal successo dell’attività turistica.

Mancata attenzione agli aspetti idrogeologici

La ristrutturazione avviene totalmente in zona inondabile con tempo di ritorno di 50 anni. I recenti accadimenti avvenuti in Liguria richiedono che il pericolo di inondazione sia affrontato con particolare attenzione e prudenza:

La soluzione di innalzare il manufatto e rendere impermeabile il volume esposto a inondazione è totalmente insensata in quanto, occupando volumi di sfogo dell’inondazione, comporta un peggioramento della situazione negli spazi circonvicini: è pericolosa e avvantaggia la proprietà a spese del vicinato e del bene pubblico. Il rischio si riduce per il manufatto trasformato, a spese delle altre costruzioni vicine della comunità: non può esser accettato. È una soluzione che viene assunta con una certa frequenza in Liguria, ma si tratta di una pratica progettuale sbagliata.

Con l’intervento previsto dalla proprietà la vulnerabilità dell’intera zona risulta aumentata.

La variazione di altezza degli edifici è di danno al paesaggio sito a monte degli edifici stessi.

Una maggiorazione dell’altezza pari a 4,28 m, rispetto al profilo preesistente, non riguarda solo gli edifici vicini ma tutta la conca su cui giace la zona urbanizzata di Celle. Limitare le altezze degli edifici collocati verso il mare è di interesse di tutto l’edificato a monte, fino alle pendici della collina; è anche l’interesse di tutti i cittadini che si spostano nelle alture vicine per godere del paesaggio urbano. Si troverà sempre un edificio più alto cui conformarsi ma il criterio base dovrebbe essere quello contrario, di riduzione delle altezze, anche rispetto a quelle preesistenti (ad esempio abbattendo le superfetazioni) per creare un effetto complessivo più equilibrato e curato.

Roberto Cuneo Presidente Italia Nostra Liguria

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