5 Marzo 2018

5 Marzo 2018
Prefazione:
Queste mie riflessioni sono il frutto di 5 diversi periodi temporali ravvicinati alle elezioni e subito dopo delle stesse, non mi occupo di politica ma anche a chi non vuole, data la copertura mediatica, volenti o nolenti qualcosa gli resta addosso
I media applicano la stessa tecnica usata per la pubblicità, ti bombardano fino a che ti costringono a guardare Focus o i cartoni animati o a spegnere la Tv o la Radio, ma qualcosa ti resta appiccicato comunque.
Fanno gratuitamente pubblicità alla politica…

(propendendo maggiormente verso i partiti per i quali hanno preferenza) perché nel frattempo (scusate il bisticcio di parole) fanno pubblicità a numerosi prodotti, incassando fior di quattrini

Io non seguo i social network.

Nel seguire mio malgrado i programmi delle TV mi è venuto alla mente una frase di Giovanni Agnelli, (il quale propose in un certo periodo storico del passato “diamo in appalto il Governo dell’Italia“, nel vedere la “pantomima (sostantivo usato in senso figurato) accompagnata da spiegazioni verbali“ passate su tutte le televisioni prima delle elezioni.

Elezioni politiche 2018

Con una procedura, totalmente legale quale le elezioni politiche, che si è trasformata in una pre-gara (di appalto), stiamo cercando di dare mediante procedura ristretta, un Governo all’Italia.

Due sono le Ditte ammesse,  una è la coalizione di centrodestra (collaudata e riconosciuta formazione) che opera con mezzi tradizionali (ben noti) l’altra è il movimento dei 5 Stelle (eteroguidato da una ristrettissima entità non riconosciuta) che operando con mezzi innovativi e non collaudati intende dare in sub appalto il Governo della Repubblica Italiana, precisando anche quali sarebbero state le attrezzature, le maestranze che avrebbero usato per vincere l’Appalto (intento chiaramente presentato alla stazione Appaltante).

I mezzi di informazione invece di evidenziare che i sub appalti possono avere il massimo del valore del 20% dell’Appalto, ne hanno fatto un clamoroso spottone che ha contribuito a convincere della bontà dell’operazione i futuri fruitori (i cittadini) dell’opera appaltata: cioè del Governo dell’Italia.

Non c’è stato bisogno della verifica della capacità economica perché i soldi ce li mettono i cittadini italiani, le “maestranze” non fanno parte del Movimento (al momento istituzionalizzato) ma sono state reperite sul mercato e avranno pure capacità tecniche ma non hanno mai affrontato in passato un simile (politico) impegno; perciò non hanno esperienza e dovranno essere ancora teleguidati, chi non si adeguerà alle istruzioni che riceverà e non si riconoscerà nelle responsabilità che dovrà assumere, suo malgrado, sarà cacciato. (Magari per toglierli dalle balle inventeranno qualcos’altro)

Per partecipare a grandi gare di appalto ci vogliono le iscrizioni a categorie speciali che testimoniano la capacità tecnica economica e che abbiano in passato già fatto con successo simili lavori (cioè l’esperienza).

Ora la stazione Appaltante (il Presidente Mattarella) esaminerà tutti i documenti e dovrà decidere di conseguenza

Auguri Presidente.

Spiegazione del riferimento alla frase di Giovanni Agnelli: nel periodo in cui si susseguirono numerosi Governi circa uno all’anno tra il 65 e l’80 (il periodo temporale potrebbe essere più breve e magari un po’ spostato nel tempo e qualcuno con memoria migliore della mia ricorderà i 12 Governi e mi correggerà) qualcuno che si chiamava Giovanni Agnelli suggerì di dare in appalto il Governi.

Picchi                    05/03/2018

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