Tira più un metro cubo di calcestruzzo che un carro di buoi

Ogni altro riferimento è casuale, ma bisogna riconoscere che, oggi come oggi, a Savona, sembrerebbe che tutte le brame ed i desideri di un considerevole numero di candidati al casting elettorale siano rivolte al fattore C … C come calcestruzzo.

Nel dietro alle quinte dei partiti, tolte le frasi di rito, ridimensionato l’argomento sicurezza, messo da parte tutto ciò che possa riguardare la mobilità, gli unici due argomenti che interessano veramente ai padroncini del vapore sono i rifiuti ed il cemento.

Oggi dedichiamo le nostre riflessioni al calcestruzzo: della rumenta e delle vicende collegate stiamo leggendo sui giornali ed attendiamo comunque evoluzioni.

L’agognato assessorato all’urbanistica, nella coalizione di centrodestra, è conteso tra la Lega, Cambiamo e Fratelli d’Italia.

La Lega vorrebbe infilare in quel ruolo l’architetto Accinelli da Finale, segnalata e supportata dall’unione industriali, dal senatore Ripamonti, dal presidente di ARTE architetto Revello (finalese anche lui) e dal dott. Tuvè, indimenticato assessore dell’Italia dei Valori delle giunte Ruggeri e Berruti.

Cambiamo, con Vaccarezza e Bozzano, tifa per il geometra Mascia, ex savonese ora varazzino, amico fraterno dell’arch. Enrico Caprioglio, ex dipendente comunale ai tempi della gestione Campagnolo, gradito da qualcuno a destra, ma anche a manca. Per ricevere maggiori dettagli sui suoi supporters a sinistra bisognerebbe chiedere ad un suo ex collega comunale, noto per le fantasiose cravatte e per la passione culinaria, da sempre esponente della gausce che conta e che vorrebbe continuare a contare a prescindere da chi governa. Il voto disgiunto, in questo caso, permetterebbe a costoro di ottenere due piccioni con una fava.

In Fratelli d’Italia il ruolo vorrebbe essere occupato dal dott. Filippo Marino, da sempre smanioso di occupare un posto in prima fila nella politica locale: purtroppo per lui, fino ad oggi, il desiderio è sempre rimasto tale, ma l’importante è non desistere ed il vostro non desiste. La sua aspirazione è supportata da … Filippo Marino.

Come andrà a finire la disfida dipenderà solo dal risultato elettorale, per cui, se il dott. Schirru non dovesse vincere, gli aspiranti assessori rimarrebbero aspiranti e basta, altrimenti che la disfida abbia inizio e che volino le pignatte.

In ballo ci sono le grandi incompiute savonesi: gli Orti Folconi, gli ex cantieri Solimano, qualche villetta in collina e Piazza del Popolo con l’eterna idea di fare un ulteriore, indispensabile, centro commerciale di cui la città sente da sempre un disperato bisogno! Non per ultimo, qualcuno a destra, a sinistra, ed al centro, starebbe ancora begando nel tentativo di trasformare in realtà il sogno di cementificare l’antico bosco dei cappuccini compresa l’antica dimora dei padri.

Il motto degli addetti ai lavori potrebbe essere riassunto con le esortazioni: piatto ricco mi ci ficco, oppure libertè, egalitè, ciment armé.

Dall’altra parte, a sinistra intendo, l’entropia è sovrana. Le idee sono poche e confuse, il cemento non è più una loro priorità. Da alcuni anni oramai, il mondo cooperativo si è gettato anima e portafogli nel settore dell’immigrazione e della gestione (gestione?) dei flussi. Lì c’è la grana vera, mentre le grane le lasciano agli amministratori pubblici locali, che non sanno più come fare per risolvere i problemi creati nel territorio da persone senza occupazione e senza speranze che bivaccano, bighellonano, si arrangiano, senza che nessuno di coloro che dovrebbero occuparsene in realtà lo faccia.

Vabbè, tanto è così e ci possiamo fare ben poco. Se dovesse vincere Russo (SI vabbè!), probabilmente, la situazione verrebbe ridotta a: isterismo ed egoismo da parte dei residenti delle zone critiche della città.

Da parte degli altri candidati, sulla materia urbanistica, le idee sono addirittura “meno di poche e ancora più che confuse”.

Lo studente Meles sogna di risolvere tutto ricorrendo agli espropri proletari, manco fosse un Tupamaros, dimenticando che, in ogni caso, gli indennizzi dovrebbero essere corrisposti ai malcapitati proprietari delle aree. Qualcuno dovrebbe anche spiegargli che, in ogni caso, di soldi, per legge, ne servirebbero talmente tanti per i corrispettivi, che la sua idea, se malauguratamente fosse applicata, rischierebbe di mandare definitivamente in default i conti del comune.

Del candidato dott. Aschei non saprei semplicemente che dire perché, al riguardo, non si è neppure pronunciato con la solita fuffa, che invece ha dispensato a piene mani su tutti gli altri argomenti.

Del dott. Versace potrei solo scrivere: non pervenuto pure su questo argomento.

Insomma, gira che ti rigira la betoniera, il cemento, di questi tempi, attizza soprattutto il centrodestra, insieme a quella parte della sinistra pragmatica e nostalgica dei bei tempi andati in cui il calcestruzzo tirava ancora, più di un carro di buoi.

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