Savonopoli

Delle gloriose gesta del prode Vince,
gran guerriero e condottiero del libero Comune di Savonopoli nella guerra contro i fannulloni 

Bene.
Il neo segretario generale nonché neo direttore generale del Comune di Savonopolo, per gli amici Vince, ha impiegato poco tempo ad indossare l’armatura del castiga fannulloni, categoria quest’ultima che, come sanno anche su Marte, si annida malignamente nel palazzo comunale, levando il sonno agli amministratori: d’accordo, la viabilità è incasinata, il cemento sta sommergendo la città, si costruiscono palazzi che con spigoli anomali coprono prospetti artistici, si pagano danni per espropri mal fatti, il bilancio fa acqua da tutte le parti, ma cosa conta tutto ciò a confronto con il problema dei fannulloni…

 Ma torniamo a Vince.

Dopo un primo periodo di ambientamento abbastanza sottotono culminato nel melenso messaggio di auguri natalizio, caratterizzato dai soliti vogliamoci bene, auguri alle vostre famiglie, rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo insieme (io con il mio misero stipendio e voi con il vostro, che per quanto basso è sicuramente troppo per quello che fate) blabla blabla blabla, il prode city manager rimane folgorato sulla via di Damasco (si fa per dire ovviamente, a Savonopoli tuttalpiù si può restare folgorati sulla via di ciantagalletto o del santuario o, proseguendo, per naso di gatto). Infatti, pare che, mentre era chiuso nel suo modesto ufficio piccolo piccolo, talmente piccolo che l’assessore ai quartieri, quando vi entra, è assalito da attacchi di claustrofobia, in un’esplosione di luce è apparso Lui, il Direttore generale con la D maiuscola, il leader maximo, colui che è sempre stato, è e sempre sarà, il magnifico, l’irascibile, l’amatissimo, l’indimenticabile Re Nanni I, che gli ha indicato la giusta via: “In verità, in verità ti dico che nessun godimento è maggiore al mondo di quello derivante dal cazziare il pubblico dipendente e che quest’attività, come il profeta Brunettadeiricchiepoveri insegna, è molto gradita dall’opinione pubblica e questo è cosa buona e giusta, in particolare se si è prossimi ad elezioni amministrative”.

Preso atto di quanto rivelatogli da Re Nanni I, ma poco informato dell’ingloriosa fine che il suo regno ebbe a Savonopoli, il nostro Vince è quindi partito con la lancia in resta come il prode Anselmo (mi perdonino gli eredi di Giovanni Visconti Venosta per l’ardito accostamento), seguito dal suo manipolo di fidati dirigenti.

E così vai con il taglio dei fondi per le progressioni orizzontali: “Ma cosa credono, che questo è il paese di Bengodi? Dove tutti possono mangiare a sbafo?, e vai con il giro di vite sul comportamento dei dipendenti comunali savonopolesi: “è vietato lì, è vietato qui…non si può quello, non si può questo…non fate così, non fate cosà…non andate lì, non andate là”.

Sorpreso da questo comportamento impavido, il popolo comunale non ha opposto resistenza, arrendendosi al diktat del prode Vince. Anche la famosa RSU, gruppo di baldanzosi (?!) difensori eletti dal popolo a guardia della propria libertà, non è riuscita a organizzare  una valida opposizione, dandosi alla macchia in attesa di tempi migliori.

E mentre i dipendenti con meno anni di servizio si aggirano guardinghi, e con le spalle al muro, lungo i corridoi del comune con il terrore di veder spuntare uno dei temuti “delatores” pronto a riferire qualunque cosa al prode Vince (“gli ho visti io, lui fumava lì, quello beveva il caffè là” “io ho cronometrato il suo caffè, è durato cinque minuti e trentatrè secondi, troppi per una tazzina” “quello è uscito senza timbrare, ma sicuramente non era per servizio perchè aveva l’infradito e l’asciugamano sotto il braccio” “l’altro è andato a fare la pipì cinque volte in un’ora”), gli Anziani, quelli prossimi alla pensione, ripetono con saggezza “è sempre così quando arriva uno nuovo, pensa di essere più furbo di quelli che lo hanno preceduto, alla fine si danno tutti una calmata”.

Altri invece si pongono una domanda “ma se andare a bere il caffè fuori dal palazzo comporta una sì grave perdita patrimoniale per l’amministrazione di cui il dipendente deve giustamente rispondere, il dirigente, o i dirigenti, che hanno gestito il procedimento per il conferimento dell’incarico di collaborazione coordinata e continuativa per l’espletamento di attività di verifica e bonifica della banca dati tributaria comunale, procedimento annullato dal TAR, con sentenza del 4 marzo 2010, nella parte in cui affida l’incarico, con conseguente rifusione di spese ed onorari di giudizio in favore della parte  ricorrente, liquidate in complessivi euro 3.000, oltre accessori dovuti per legge, a carico del Comune, a cosa vanno incontro?”.

Ma a questa domanda, il prode Vince non darà mai risposta, perché si sa, cane non mangia cane. 

 

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