Passeggiate popolari. Avanti “populismo”.

Apriamo i social dominati dal sentimento del terrore, terrore di inciampare in un fotogramma che ritrae gruppi di personaggi politici che passeggiano per le vie dell’uno o dell’altro paese della Provincia di Savona.  Un fenomeno che trova il suo comune denominatore fondamentalmente nella consapevolezza, del livello triste in cui è finita nel 2019 la politica sul territorio. Cosa interessa al cittadino, o meglio al cittadino elettore se i nostri sindaci, assessori, consiglieri, presidenti consumano le suole delle loro scarpe sui selciati di un centro storico o di una passeggiata a mare?

Una domanda, la cui unica risposta è pena. Pena per tutte queste energie sprecate: pensate alle telefonate organizzative; ai viaggi in auto; ovviamente suole delle scarpe; agli aperitivi inutili; alle vane strette di mano e alle ipocrite pacche sulle spalle scambiate con sufficienza. Ogni ruolo istituzionale o politico immortalato in questi fotogrammi, esprime in piena forma, il suo livello di mostrarsi ridicolo.

Non sappiamo perché Forrest Gump iniziò a correre, ma è certo il senso di vuoto dell’aspettativa di chi peggio di lui iniziò a corrergli dietro.

In una gerarchia di vuoto assoluto il leader massimo, affronta per primo la via principale di un paese, metaforicamente come uno spartineve di fronte al manto candido della neve fresca, e dietro di lui l’onda dei sodali locali sgomita per affiancarlo, un treno in corsa, un ariete bellico.

Si, lo confessiamo liberamente, siamo nostalgici delle “assemblee programmatiche”, giornate di riflessione in cui si decideva come pianificare il territorio nelle sedi di partito. Le preferiamo alle “passeggiate elettorali programmate” inutili deficienze energetiche.

Quando finirà il populismo anche queste “passeggiate” avranno fine. Speriamo presto. Lo confessiamo non siamo tanto vecchi da essere considerati nostalgici. Abbiamo una visione delle cose semplicemente diversa.

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