Laigueglia

 Laigueglia. Quel “pasticciaccio brutto di Corso Badarò”
 Erano anni che a Laigueglia non si metteva mano ad un’opera pubblica importante

 

Meglio, erano anni che le opere pubbliche importanti restavano delle incompiute come il Capannone polivalente dell’ex Sar, opera ormai destinata ad essere ripensata e forse rifatta dato che è nata male e strutturata peggio, e non per colpa di chi l’ha concepita. Il cimitero nuovo altra opera publica necessaria è stato ancora peggio. La magistratura ha ancora aperti i faldoni di indagine per venire a capo di una situazione catastale intricata e mai risolta.I parcheggi realizzati a Punta Taquara sono lì a dimostrare che si può, volendo, costruire anche a ridosso di un’area sequetrata  a suo tempo e a rischio idrogeologico.Tanto per dire le cose più eclatanti che sono state messe in cantiere e vengono additate da tutta la cittadinanaza come emblemi di spreco.Ora siamo di fronte forse all’opera più importante che un paese che vive di turismo dovrebbe fere. Rifarsi il trucco. Ripristinare il Budello centro una volta pulsante di vita e di affari ora ridotto ad un mezzo colabrodo. Decidono di rifarlo e manco a farlo apposta eccoci di fronte all’ennesimo esempio di pressappochismo tecnico amministrativo.I lavori sono già stai rifatti due volte e ora sono in una condizione di stallo.

 Indiscrezioni attendibili ci dicono che il “pasticciaccio brutto di Corso Badarò” a Laigueglia non ha ancora trovato una soluzione.

Meglio: di soluzioni ce ne sono almeno due, ma entrambe costose e comunque impattanti, sia prima sia nel durante sia  dopo fine lavori.

Vuoi per la spesa, che non si sa ancora a carico di chi andrà, vuoi per la gestione di un lavoro frutto di una riprogettazione fatta ovviamente di corsa.

Non è neppure una variante in corso d’opera nel senso vero del termine. Di quelle che di solito servono a far salire i costi. Questa è proprio una variante necessaria.Se no funziona niente. Oppure funziona male.

Le due soluzioni:

Soluzione a) Riaprire da capo tutto Corso Badarò e, dandogli le pendenze giuste e necessarie, rifare la tubazione nel suo complesso allungando però gli scavi fino agli inizi della salita di Capo Mele, subito dopo il cimitero vecchio.

Soluzione b) Fare una vasca di raccolta e decantazione le cui misure minime dovranno essere almeno 4x4x2, più o meno all’altezza dell’Hotel  Giannina, e piazzare dentro tale vasca di raccolta liquami, delle pompe.

Una volta raggiunto il livello di guardia tali pompe entreranno in funzione e spingeranno forzatamente i liquami nel dotto fognario di Badarò che in questo modo non verrebbe più toccato.

 Ambedue queste soluzioni risolverebbero il problema. Dei costi non si sa. Ma “rumors”, anche questa volta, ci dicono che la seconda soluzione sarebbe praticabile solo osservando le distanze previste dalla legge.

Se per ipotesi ci fosse un’attività nei pressi del vascone (possiamo chiamarlo così) ebbene tale attività potrebbe impedirne legalmente la realizzazione.

A meno che….a meno che il permesso non venga monetizzato.

Se l’esborso del Comune nei confronti dei terzi che si sentono danneggiati fosse minore della spesa necessatria al rifacimento, ecco trovata la convenienza.

Si tratta di vedere solo qual è la previsione di spesa più economica aggiungendo a favore della ipotesi b) che non ci sarebbe danno d’immagine macroscopico nei confronti dell’amministrazione.

Proprio un pasticciaccio brutto.

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