IL PROGETTO DI MONICA E GIOVANNI, VADO E L’OSTACOLO QUILIANO.

Giuliano e Toti

Dopo l’arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti i contatti fra quest’ultimo e Monica Giuliano si sono gioco forza interrotti, ma non sono certo le difficoltà contingenti del momento a scalfire la stima ed il feeling politico fra i due, sempre perfettamente intatti e cementati da un percorso politico comune iniziato nell’estate del 2020 quando la sindaca di Vado ruppe con il centrosinistra annunciando il voto alle regionali per “Cambiamo”, il movimento politico del governatore ligure.

Malgrado il clamoroso appoggio a Toti, il partito democratico continuò indefesso a sostenere la Giuliano sino all’ultimo, non facendo mai mancare l’appoggio in consiglio comunale alla “sindaca”, alimentando così una delle pagine più crude di trasformismo politico, degne per davvero degli anni bui della prima repubblica.

Ferrando e Giuliano si fanno il selfie sulla ciminiera Tirreno Power

Arriviamo poi alle note vicende dell’estate scorsa, il rigassificatore e le dimissioni della Giuliano (non prima però di avere magnificato la bontà e l’utilità del progetto), la sua nomina da parte di Toti a commissaria dell’Agenzia regionale ligure per i rifiuti (vedi link della regione con nomina), il conseguente commissariamento del comune di Vado e la scelta di Fabio Gilardi, del partito democratico e suo fedelissimo vice, come candidato sindaco; la vicenda del “mostro del gas” tuttavia irrompe prepotentemente sulla scena politica sollevando una grande, insperata protesta popolare ed a Gilardi viene sapientemente suggerito di eclissarsi per un pò, con il centrodestra che nel frattempo non presenterà nessun candidato sindaco alternativo, con l’evidente intento di avvantaggiare il delfino della Giuliano.
Malgrado tutto ciò l’opposizione vadese tarda incredibilmente nella presentazione della lista e nell’individuazione dell’antagonista di Gilardi, che pare così avviato verso una clamorosa vittoria, malgrado anche lo scivolone di questi giorni passato praticamente sotto silenzio e consistente nella clamorosa magnificazione del ruolo svolto dalla nave rigassificatrice Golar Tundra ora ormeggiata a Piombino ed in attesa di trasferirsi a Vado (vedi link pagina Facebook della lista Gilardi).
Con il Comune di Vado destinato a rimanere saldamente nelle mani del Partito democratico grazie anche alla non belligeranza del centrodestra regionale, resta il nodo della confinante Quiliano che in questi anni ha accresciuto vorticosamente il proprio peso politico grazie anche e soprattutto all’intraprendenza ed alle capacità del proprio sindaco che, tuttavia, presenta il difetto di risultare un pò troppo autonomo da certi ambienti e da certi poteri.

Nel comprensorio dei due comuni il partito democratico sogna di bissare il doppio successo del quinquennio 2014-2019 quando li controllava entrambi e su Quiliano punta tutto sul tandem Fersini-Ferrando.
Proprio Ferrando nel 2014-2019 era sindaco di Quiliano e strinse con la Giuliano, in allora sindaco di Vado, un robusto sodalizio politico, cementato oltreché dalla comune appartenenza al Pd anche dall’esperienza amministrativa in provincia, dove Giuliano era presidente e Ferrando consigliere.

E se idilliaci sono stati i rapporti politici fra Giuliano e Ferrando, lo stesso non si può dire di quelli fra Giuliano e Isetta (vedi articolo), con quest’ultimo impegnato in una titanica resistenza dagli assalti, più frequenti che mai, al territorio del proprio comune (raddoppio della centrale ieri, rigassificatore oggi e inceneritore domani?  (articolo di giornale con scelta siti Vado e Scarpino per inceneritore) e sempre più nei panni di James Ryan nel capolavoro di Steven Spielberg.
Verrà salvato o no? L’epilogo il 10 giugno.

Condividi

Lascia un commento