I VECCHI GRUPPI A CARBONE 3 E 4

CHIUDERE SUBITO I VECCHI GRUPPI A CARBONE 3 E 4
DELLA CENTRALE T. POWER DI VADO CHE SONO INQUINANTISSIMI
E “FUORILEGGE” RISPETTO ALLE LEGGI IPPC – AIA ITALIANE E DELLA UE
Come insistiamo ormai da anni, chiediamo la chiusura immediata dei vecchi inquinantissimi gruppi 3 e 4 a carbone della “centrale in città” Tirreno Power di Vado che sforano di molto con le loro emissioni i limiti imposti con le normative IPPC e per cui tali gruppi, che non sono ormai più ristrutturabili ,non sono in grado di ottenere la obbligatoria certificazione AIA.mancante “vergognosamente” ormai da più di 5 anni.

Tale nostra posizione è pienamente condivisa anche dall’Ing. Roberto Cuneo Presidente del Consiglio Regionale Ligure di “Italia Nostra” (vedi) che afferma ” La Magistratura deve certamente fare il suo corso ma i vecchi gruppi a carbone devono essere chiusi subito in quanto basati su una tecnologia ormai ultra superataIl prosegure nell’attività in attesa di indagini (Magistratura, indagine ambientale) è certamente gradito al proprietario dell’impianto in quanto l’impianto è molto redditizio nella configurazione attuale (ha scarsa efficienza e quindi relativamente elevato costo di un combustibile che costa poco, ma ha modestissimo costo di capitale essendo già quasi completamente amortizzata); qualsiasi procedura dilatoria è preferibile per Tirreno Power, rispetto alla realizzazione del suo nuovo progetto: guadagna tanto e non spende una lira di investimento.”

Non comprendiamo quindi perché Legambiente regionale, WWF e Greenpeace Liguria, in sintonia anche con i Comuni di Vado e Quiliano, chiedendo solo una moratoria sul potenziamento a carbone della centrale (ottenuto grazie al “voltafaccia” della Regione Liguria), non sostengano invece questa posizione ambientalista di chiusura totale dei gruppi a carbone che trova motivazioni sia legislative che di lotta all’inquinamento massiccio del territorio e tutela della salute pubblica.

Osserviamo invece che le stesse Legambiente, WWF e Greenpeace sono in prima linea giustamente per chiedere la chiusura della vecchia centrale a carbone ENEL del porto di Genova (richiesta dalla stessa Regione Liguria, dal Comune e dalla Provincia di Genova) e per bloccare la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle nel Veneto con ricorsi legislativi ecc…cos’è che costringe a tali atteggiamenti diversificati? Ribadiamo che sui vecchi gruppi a carbone di questa “centrale in città” grazie al Piano Provinciale dei rifiuti approvato dalla Regione Liguria a pag. 140 è programmata la possibile combustione del CDR con emissioni di pericolossime diossine e metalli pesanti cancerogeni.

Inoltre la delibera provinciale dell’accordo di Programma tra Comune di Vado, Provincia e Regione sull’ampliamento della discarica del Boscaccio a Vado (vedi), approvata grazie anche alla “strana” assenza al momento del voto di tutta la componente di opposizione del Pd, conferma la produzione massiccia di CDR dalla componente secca dei rifiuti da realizzarsi nella stessa discarica vicino alla centrale a carbone.

La continua combustione del carbone per oltre 40 anni sul savonese continua a produrre danni ingenti sulla salute, il turismo e l’agricoltura stimabili in circa 140 milioni di euro/anno senza dimenticare, per coloro che insistono sul potenziamento per pochi posti di lavoro, che nel passaggio da Enel (1985) a T. Power (2006) c’è stato un crollo occupazionale in centrale di circa 300 unità ( da 556 a 224) nel totale silenzio generale.

Savona 25 agosto 2011

Dr. Virginio Fadda (Biologo)

Dr. Agostino Torcello (Medico pneumologo)

MODA Savona

 

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