Fermiamo il carbone

Gli amministratori disertano i dibattiti alla festa

“Fermiamo il carbone”

La sedia rimarrà vuota alla domanda:

“quali interessi ci sono dietro il carbone a Savona?

Tutti e 38 gli amministratori e politici, invitati al primo festival “Fermiamo il carbone” che si terrà a Zinola questo fine settimana, hanno scelto di non partecipare.

Nessuno dei Presidenti di giunta della Regione, della Provincia e dei loro assessori, nessuno dei parlamentari e dei consiglieri regionali  che hanno sempre sostenuto l’ampliamento della centrale, hanno ritenuto doveroso incontrare comitati e cittadinanza savonese su un problema fondamentale per il futuro del nostro territorio.

Nessuno anche dei sindaci dei Comuni di Vado e Quiliano e dei loro assessori  (che comunque non si sono mai opposti alla combustione del carbone) parteciperà quindi ai dibattiti organizzati e sostenuti da una sessantina di sigle locali e nazionali (associazioni, comitati, partiti) per discutere delle conseguenze nefaste della scelta di perpetuare la combustione del carbone nella provincia di Savona per moltissimi anni ancora.

Anche stavolta, così come nel passato, pare che nessuno abbia il coraggio di spiegare alla cittadinanza savonese le motivazioni che hanno indotto tali amministrazioni a imporre alle prossime generazioni un nuovo pesante tributo in termini sanitari e ambientali.

Anche stavolta, chi ci ha messo la mano non ci ha messo la faccia.

Lo stesso Governatore Burlando, che si vanta di aver visitato tutti i comuni liguri e che l’ultima volta a Savona ha inaugurato addirittura una bocciofila, di fronte al dover dare spiegazioni di quella che lui stesso definisce “la scelta più sofferta del suo mandato”, non si è degnato nemmeno di mandare un suo assessore.

Non si è degnato nemmeno di rispondere.

Lo stesso Governatore che in questi giorni si è lamentato dei costi sanitari dell’ASL savonese, ma che al contempo approva un ampliamento della centrale che creerà inevitabilmente ulteriori forti costi sanitari al servizio sanitario.

L’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini, dopo che qualche anno fa si è chiesto e raccolto il voto contro l’ampliamento, per poi subito dopo cambiare idea.

Ai dibattiti della festa i comitati lasceranno una sedia vuota, in rappresentanza di quegli amministratori che hanno scelto di non partecipare.

A loro, avremmo chiesto nuovamente:

Perché ci si ostina a perseverare nel progetto di ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure, con tutte le presunte conseguenze in termini di mortalità prematura della popolazione e nonostante la fortissima contrarietà di cittadini, associazioni, medici e biologi? 

 

-Perché si è approvata un’Autorizzazione Integrata Ambientale che autorizza valori di Ossidi di Zolfo e Monossido di Carbonio superiori ai livelli massimi previsti, violando così le normative sulle Migliori Tecnologie Disponibili?

 

-Perché si sono tenuti nascosti per 6 anni alla cittadinanza gli inquietanti dati sull’inquinamento ambientale dei licheni a Savona, con valori elevatissimi,  i più alti mai riscontrati in Italia ?

 

Perché  si  mistifica la realtà parlando di “carbone pulito” (concetto smentito dalle principali ricerche internazionali), così giocando con la vita della gente?

 

Perché si è sempre accettato il paradosso che il controllo delle emissioni dalle ciminiere e degli scarichi delle acque della centrale a carbone sia eseguito dalla stessa Tirreno  Power, per cui gli inquinatori sono i controllori di se stessi?

 

Perché in provincia di Savona in 16 anni vi sono stati 1.356 decessi in più fra i maschi e 1.308 in più fra le femmine rispetto alla media regionale?

 

Per quale motivo l’inquinamento dei sedimenti marini alla foce del torrente Quiliano, dove confuiscono anche gli scarichi delle acque della centrale,  arriva a essere anche 100 volte superiore ai limiti delle normative?

 

Perché si è lasciata la nostra città per anni senza una seria indagine epidemiologica, senza una Valutazione di Impatto Sanitario, senza un Registro Tumori, e perché l’Osservatorio della Salute non viene fatto funzionare?

 

Ma soprattutto, quali interessi ci sono dietro il carbone a Savona?

Anche stavolta, queste legittime domande dei cittadini non avranno risposta.

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