Abbiamo incontrato il prof. Nicola Morra, già senatore e Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia in visita di nuovo a Celle

In compagnia del cellasco Luigi Bertoldi, di Franca Guelfi di Vado e di Pietro Corona di Albissola, con i quali aveva firmato gli esposti relativi ad operazioni di Celle  e di Vado, il senatore ha discusso con Uomini Liberi il tema della illegalità e della presenza mafiosa nel savonese, già dagli stessi portato all’attenzione della Commissione Antimafia.

I risultati del confronto non sono stati confortanti: le mafie non indietreggiano affatto, anzi, sono sempre più facilitate nella loro azione dalla diffusione della disonestà, dall’acquiescenza dei cittadini silenziosi colpevolmente ignavi e dai tanti uomini delle istituzioni che non compiono appieno il loro dovere di contrasto alla illegalità.

Si è convenuto che le comunità locali interessate a riacquistare la libertà di decidere del proprio destino devono scegliere amministratori che operino con assoluta trasparenza nell’azione amministrativa e che sappiano chiudere tutte le porte alla corruzione, di qualunque natura, ma anche alla superficialità, all’improvvisazione, alla faciloneria, ai falsi entusiasmi, quasi sempre veicolo efficace per iniziative di interesse criminale.

A questo proposito si è messo in evidenza il problema della facile esposizione ad infiltrazione mafiosa nel settore della movimentazione terra; può accadere, infatti, che nei siti di raccolta di rifiuti pericolosi se ne accumuli una quantità eccessiva che debba essere smaltita. Occorre alle mafie, quindi, che le pubbliche amministrazioni approvino opere che prevedono lo scavo di grandi quantità di terra con la quale miscelare ed occultare i rifiuti, e altre opere che possano accogliere la terra miscelata illegalmente.

Per questa ragione, in esecuzione di opere pubbliche, vanno trattati con attenzione, se non con diffidenza, sversamenti in mare durante le mareggiate e sversamenti in corsi d’acqua in momenti di piena, o il riempimento di valli e cave dismesse: le motivazioni addotte ufficialmente potrebbero essere dei pretesti. È solo la trasparenza che può impedirlo, con operazioni di controllo e di analisi del materiale sversato effettuate da più laboratori sempre diversi, gare di appalto effettuate con la partecipazione aggiuntiva in commissione di funzionari sorteggiati, obbligo per le amministrazioni di pubblicare tutti i documenti degli appalti, disponibilità a rispondere alle corrette domande dei cittadini. Da anni, salvo eccezioni, gli Enti pubblici limitano i loro doveri in materia di trasparenza – non sempre rispettandoli – a quelli indicati dalla legge, che si sa essere insufficienti.

Sono stati toccati altri temi delicati: le numerose operazioni di trasformazione di alberghi o di residui industriali, che oltre ad essere finalizzate alla speculazione edilizia possono nascondere finalità illegali; nonché il traffico crescente di droga in transito nei porti liguri. Anche su tali questioni occorre tenere gli occhi aperti.

Per alcuni comuni della nostra provincia si avvicinano le elezioni: gli amministratori che già hanno dato prova di sottovalutazione della trasparenza non devono più avere sostegno, così come gli amministratori che si sono dimostrati inadeguati nei confronti del contrasto all’illegalità; non c’è da aspettarsi che improvvisamente si convertano! Non è più tempo per fare tifo partitico o cercare piccoli e illusori compensi clientelari: è necessario volere il più solido e duraturo benessere della comunità.

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