360 sfumature di verde: dove porta questo sentiero?

Noi savonesi siamo stati abituati troppo bene da Madre Natura.
Il blu del mare, l’oro delle spiagge e il verde delle nostre colline sembrano un dono scontato, così come alcuni interventi passati dell’uomo nel contesto adeguato.
In confronto alla maggior parte delle realtà, godiamo di incredibili bellezze che andrebbero certamente valorizzate e rese maggiormente fruibili non solo dagli abitanti del Capoluogo.
Penso alla rete di sentieri nei boschi certamente da valorizzare (in parte mantenuti in modo ben più che decoroso da associazioni di volontari): quante altre città danno la possibilità di percorrere a piedi due splendide balconate nel verde affacciate sul mare, come quelle dal Campo di Atletica a Lavagnola, passando per la Chiesetta della Madonna degli Angeli e dalla Conca verde al Forte omonimo?
Quali altre realtà hanno un luogo di spiritualità e bellezza artistica come il Santuario della Madonna di Misericordia e tutta la Valle del Letimbro che, tra l’altro, quest’anno ci ha regalato magici giornate di innevamento?
Per lanciare su scala maggiore il sempre più diffuso turismo di camminatori e bikers occorre però investire (cosa oggettivamente impossibile in questi ultimi cinque anni) e lavorare di più sulla manutenzione del nostro patrimonio boschivo, sulla tracciatura di sentieri, sulla realizzazione di infrastrutture ricettive adeguate e sulla corretta pubblicizzazione del nostro patrimonio.
Tutto ciò si intreccia con la tutela delle nostre foreste (Savona è la provincia più boscosa d’Italia), compreso il loro sfruttamento sostenibile, il recupero delle tradizioni agricole e rurali dei colli con i loro prodotti caratteristici e l’agevolazione della biodiversità con essenze autoctone della macchia mediterranea.
Come ho potuto già constatare, non mancano tra i savonesi le risorse umane in grado di promuovere ed implementare questi progetti, alcuni già presentati tra le mura di Palazzo Sisto.
Il futuro della nostra città e di tutti noi riparte anche dalla riscoperta e dalla valorizzazione, in un’ottica di turismo sostenibile, dell’ambiente naturalistico e dei luoghi del passato sparsi e troppo spesso dimenticati sul territorio.
 Alessandro Venturelli
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